Tentata estorsione, finisce in manette un esponente della famiglia Casamonica
Finisce in carcere Antonio Casamonica, 25enne appartenente all’omonima famiglia nomade. L’accusa è quella di tentata estorsione. Eseguita un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, insieme a lui, anche per un 43enne di Marino. I due sono ritenuti responsabili di concorso nel reato di tentata estorsione. Le indagini, avviate dal Commissariato di Albano Laziale e proseguite in collaborazione con la Squadra Mobile, hanno avuto inizio a seguito della denuncia della vittima di una estorsione, che nei mesi di settembre, ottobre e novembre aveva subìto ripetute richieste, con minacce di morte, della somma di 40.000 euro.
La vicenda ha una origine più lontana nel tempo, che vede come protagonisti personaggi di spicco della nota famiglia nomade, emersi nell'ambito di un'estorsione che riporta alla ribalta una vicenda, nota alle cronache, della sparizione, nel 2015, di alcuni gioielli custoditi nel caveau di un istituto bancario all'Appio Latino. In quell'occasione, un direttore ‘infedele' aveva sottratto gioielli e altri oggetti per un valore di 2 milioni di euro. Uno di quei gioielli era poi finito nelle mani di un noto pregiudicato dei Castelli Romani, il quale aveva provato ad impegnarlo ad uno sportello bancario di Albano Laziale; il tentativo di ricettazione, tuttavia, non andò a buon fine e l'uomo fu arrestato.
Alla fine dell'estate, l’uomo ha preteso 40.000 euro dalla stessa persona che, all'epoca, era stata coinvolta nella tentata ricettazione. Durante le indagini sono emerse le dichiarazioni della vittima, consentendo di individuare altre due persone, una delle quali è risultata appartenere alla famiglia dei Casamonica. Altre due persone, secondo quanto emerso dalle indagini, avrebbero partecipato per avviare e proseguire i contatti con la vittima, incontrandola personalmente, ma anche con compiti di intermediazione tra la stessa e i due arrestati: interferenze finalizzate a convincere la vittima a elargire somme di denaro sulla base di presunti rapporti di debito/credito con gli estorsori.
Nel corso delle indagini è inoltre emerso lo spaccio di sostanze stupefacenti, che hanno consentito di effettuare, lo scorso 27 ottobre, l'arresto in flagranza anche di un altro uomo, trovato in possesso di circa 50 grammi di cocaina. Durante altre operazioni collegate, in un'abitazione di Marino, sono stati rinvenuti circa 80 grammi di cocaina e un bilancino di precisione nonché assegni, estratti di conti correnti e distinte di prelevamenti di numerose società intestate fittiziamente ai soggetti già oggetto di approfondimenti specifici da parte dei militari della Compagnia Guardia di Finanza di Velletri, nonché personal computer e telefoni cellulari.
Il proprietario dell'abitazione è stato arrestato per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, nonostante abbia tentato di disfarsi della droga gettandola dalla finestra. Nel corso delle indagini sono state perlustrate anche alcune abitazioni alla Romanina, essendo emerse, sebbene in maniera più defilata, le figure di altri appartenenti al clan, il padre e il fratello dell'arrestato. Il primo, secondo gli investigatori, veniva costantemente aggiornato sull'andamento e gli sviluppi delle situazioni estorsive, il secondo avrebbe fatto da factotum.