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Tangenti per le camere mortuarie, presi il boss Guerino Primavera e i figli

Il boss e i figli Fabrizio e Daniele erano riusciti a sfuggire all’arresto lo scorso 30 luglio. La famiglia è accusata di essere a capo del business delle camere mortuarie dell’ospedale Sant’Andrea di Roma. Nei guai, nell’ambito della stessa inchiesta, è finito anche il direttore generale dell’ospedale capitolino, Egisto Bianconi.
A cura di An. Mar.
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Sono finiti in manette nell'ambito dell'inchiesta per corruzione negli appalti per le camere mortuarie all'ospedale Sant'Andrea, il boss Guerino Primavera e i suoi due figli Fabrizio e Daniele, ancora a piede libero dopo la raffica di arresti dello scorso 30 luglio messa a segno dalla Squadra mobile di Roma.

L'attività della Direzione distrettuale antimafia della capitale aveva portato alla luce il sistema di tangenti del cosiddetto "business del caro estinto" e aveva condotto all'arresto di nove persone implicate, tra cui il direttore generale dell'ospedale capitolino, Egisto Bianconi. Il manager è accusato di "turbata libertà degli incanti", "rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio" e "corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio". In manette sono finiti, lo scorso 30 luglio, anche Giustino e Daniele Taffo, padre e figlio attivi nel business e un poliziotto ritenuto colluso con la famiglia Primavera del quartiere di San Basilio.

Erano riusciti a sottrarsi all'arresto proprio il patron del gruppo criminale Primavera e i suoi figli Fabrizio e Daniele, di 35 e 32 anni, accusati, tra l'altro, di gestire lo spaccio di droga nel quartiere San Basilio, feudo della cosca. Anche il traffico di stupefacenti e l'usura infatti, costituiscono un ramo dell'inchiesta riguardante gli affari del clan Primavera  nella periferia orientale di Roma.

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