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Taglia la testa alla moglie: dopo 14 anni sospettato di altri due femminicidi

Condannato all’ergastolo per aver decapitato la moglie e morto in carcere, Gaetano Tripodi sarebbe responsabile di un duplice omicidio irrisolto della fine degli anni Novanta, quello in cui sono state uccise a sprangate in testa Elisea Marcon e Cristina De Carli, mamma e figlia, trovate morte in un chiosco di Rosolina Mare.
A cura di Alessia Rabbai
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Immagine di repertorio
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Il dna di Gaetano Tripodi è stato ritrovato sugli abiti di due donne, Elisea Marcon e Cristina De Carli, uccise nel lontano 1998 sulla spiaggia di Rosolina Mare, in provincia di Rovigo. Ciò che potrebbe rivelarsi la soluzione al duplice delitto irrisolto di fine anni Novanta, grazie al prelievo del suo materiale genetico e all'inserimento di quest'ultimo nella banca dati della polizia. Il camionista, condannato all'ergastolo e morto in carcere, nel 2006 ha decapitato la moglie Patrizia Silvestri a Tor Bella Monaca. Come riporta il quotidiano Leggo, la procura di Rovigo ha aperto un fascicolo per ricostruire l'omicidio in cui trovarono la morte madre e figlia, una dinamica dei fatti in cui si inserisce il dna di Tripodi. Secondo quanto ricostruito, i cadaveri delle due donne sono stati rinvenuti all'interno del chiosco di famiglia sul litorale rovigotto. L'esame condotto sulle salme non ha lasciato spazio a dubbi: entrambe sono state uccise a sprangate in testa, un duplice omicidio di una violenza brutale.

Gaetano Tripodi condannato all'ergastolo per aver decapitato la moglie

Gaetano Tripodi è stato condannato all'ergastolo, ritenuto responsabile di aver ucciso la moglie decapitandola nel quartiere di Tor Bella Monaca a Roma. Il cadavere della donna è stato poi rinvenuto in una stazione di servizio lungo la via Casilina. A seguito del ritrovamento gli agenti della Polizia di Stato sono riusciti a risalire al marito, grazie all'isolamento del dna presente su alcuni mozziconi di sigaretta, trovati in prossimità del luogo del delitto.

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