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Svuotavano i conti delle loro vittime con la complicità di funzionari di banca e delle poste

Arrestate 19 persone tra il Lazio e la Campania. Hanno rubato 3 milioni di euro a circa 60 cittadini e truffando diversi istituti di cronaca, rubando le identità di ignari correntisti grazie alla complicità del vicedirettore di una filiale postale e di un funzionario di banca. Coinvolto anche un avvocato.
A cura di Redazione Roma
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Operazione Identity Stole, così i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia dell'Eur, hanno chiamato l'operazione che è terminata questa mattina con la notifica di diciannove misure cautelari tra il Lazio e la Campania. In tutto dieci gli indagati posti agli arresti in carcere, otto ai domiciliari mentre per una sola persona è stato disposto l'obbligo di dimora. Sono tutti a vario titolo indagati per aver costituito un'associazione a delinquere finalizzata all’indebito utilizzo di carte di credito/pagamento e alla frode informatica, tramite accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico, nonché sostituzione di persona, truffa, ricettazione e riciclaggio. L'organizzazione agiva grazie alla complicità di un vicedirettore di un ufficio postale e di un funzionario di banca, che grazie al loro ruolo erano in grado di fornire dati sensibili delle vittime per svuotare i loro conto correnti. Nei guai anche un avvocato, figura chiave nel riciclaggio di denaro, mentre altre nove persone sono state perquisite nell'ambito dell'inchiesta.

L'organizzazione avrebbe sottratto a oltre sessanta vittime e istituti finanziari una somma che si aggirerebbe attorno ai 3 milioni di euro, grazie al furto d'identità dei correntisti. Ecco il modus operandi del gruppo ricostruito dai militari, che si articolava in diverse fasi: "l’ottenimento illecito delle informazioni personali delle vittime; la predisposizione di falsi documenti di identità; l’utilizzo di tali dati per commettere altri reati, che nel caso di specie sono consistiti in truffe ai danni di privati o di istituti bancari e postali; reiterate indebite utilizzazioni, a fini di profitto, di carte di credito illecitamente rilasciate grazie ai dati acquisiti da parte di falsi titolari previa sostituzione di persona".

L'inchiesta ha preso le prime mosse nel 2016, dopo l'arresto di due persone trovate in possesso di 30 carte plastificate con banda magnetica e di venticinque carte d'identità false. "Gli accertamenti sul materiale rinvenuto hanno consentito di svelare un il complesso meccanismo truffaldino attraverso il quale il sodalizio giungeva all’emissione fraudolenta di carte di credito ad insaputa dei titolari, ponendo le vittime in condizione di vulnerabilità protratta nel tempo, con conseguenze che incidono gravemente sulla sfera della riservatezza individuale. – si legge in una nota –  Complici del sistema, come detto, anche un vice direttore di un ufficio postale ed un dipendente di un istituto di credito i quali, utilizzando indebitamente le proprie credenziali d’accesso, estrapolavano agevolmente i dati dei correntisi che venivano messi a disposizione del gruppo criminale".

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