Stazione Termini: cacciati i senza tetto in fila per ricevere coperte e cibo dai volontari
Giovedì sera l’Amministratore di Grandi Stazioni, l’ente di Ferrovie dello Stato che gestisce le stazioni, ha intimato ai volontari della Casa Famiglia Lodovico Pavoni il divieto di distribuire pasti e vestiario alle persone senza tetto in via Marsala, fuori dalla Stazione Termini. Molti di questi dormono, ogni notte, sui marciapiedi esterni di Termini. A denunciare la vicenda in un tweet i volontari di Baobab Experience. «L’Amministratore di Grandi Stazioni ha intimato lo sgombero dei senza tetto. Ha chiamato la vigilanza e le forze dell’ordine – che in verità sono state abbastanza gentili e riluttanti a intervenire. Del resto c’erano almeno trecento persone in fila per il pasto, sarebbe scoppiato un tumulto» racconta Massimo, uno dei volontari dell’associazione che da anni fornisce assistenza a persone senza una casa a Roma. «Ci siamo trasferiti a Termini dopo essere stati cacciati dalla Stazione Tiburtina: tra i lavori per la demolizione della tangenziale e le proteste del Comitato di Quartiere, non si poteva più stare. Adesso ci vogliono cacciare anche da Termini» esclama Massimo.
Una versione smentita seccamente dal Gruppo FS: "Nella serata di giovedì 23 gennaio 2020 nessun volontario o senzatetto è stato cacciato dalla stazione Termini di Roma. Un addetto della società privata di vigilanza ha chiesto agli operatori dell’associazione di spostarsi in un’altra zona, di fronte ai locali della Caritas, sempre lì vicino e in via Marsala, perché il numero importante di persone in attesa del pasto non favorivano il deflusso dei viaggiatori dalla stazione. Dato che l’attività di distribuzione era già stata avviata ai volontari è stato consentito proseguire per la serata".
Sono numerose le organizzazioni che nelle ore serali forniscono assistenza alle persone senza un tetto in via Marsala, fuori dalla Stazione Termini. Insieme a Baobab e alla Casa Famiglia Lodovico Pavoni, i Cavalieri di Malta distribuiscono pasti caldi il martedì e il giovedì, sono presenti i volontari di Sant’Egidio e da qualche settimana anche quelli di Nonna Roma che distribuiscono vestiario e coperte, molte nuove di zecca, donate dai cittadini nei vari punti di raccolta. «Il giovedì c’è anche il camper di MEDU. Insomma, è un appuntamento importante». Un appuntamento al quale di solito non manca Padre Konrad l'elemosiniere del Papa, che a maggio scorso ha tolto i sigilli al contatore della luce all’edificio occupato in via di Santa Croce in Gerusalemme. «Giovedì non era arrivato. Forse con lui riusciremo a risolvere la situazione. Noi comunque torneremo» dice Massimo.
In fila per un pasto caldo lo scorso martedì c’erano italiani e stranieri, uomini e donne di tutte le età, una famiglia con due bambini, una ragazza incinta. «Sono al quinto mese», ha detto sorridendo. Di molti, non si direbbe che non hanno un posto dove dormire. La distribuzione dura poche ore e poi la folla si disperde, e cala la notte. Qualcuno dorme sul marciapiede fuori dalla stazione, qualcun altro sotto il colonnato in piazza della Repubblica e la mattina lascia le proprie cose in custodia nella chiesa lì accanto. Quasi nessuno va dormire dal lato di via Giolitti, nella sala della stazione allestita in fretta e furia dal Comune di Roma :«Non ci andava nessuno – dice Massimo – la luce restava accesa e la sala andava liberata alle 5 del mattino».
Da una settimana la sala è chiusa, conferma Vincenzo Speranza, responsabile dell’area sociale della Protezione Civile: «Si sta lavorando per trovare un altro posto, dove le persone possano restare oltre le cinque del mattino. Del resto era una misura emergenziale. Noi, con i nostri 140 volontari, siamo a disposizione. Oltre a occuparci della prevenzione incendi siamo attivi anche nel sociale, con la raccolta e la consegna di beni di necessità». Speranza sta incontrando gli assessori di vari municipi romani per capire quali sono le problematiche più urgenti.
Da un mese circa fuori dai negozi lungo via Marsala sono comparse delle recinzioni da cantiere fissate a terra in blocchi di cemento. Ma non c’è alcun lavoro in corso: le recinzioni, che peraltro creano un effetto di “degrado”, servono a impedire lo stazionamento di soggetti indesiderati nel metro di marciapiede recintato. Così ora le persone dormono un metro più in là della parete.
Via Marsala 27, sede di RFI (Rete Ferroviaria Italiana) è anch’essa recintata da alti pannelli di vetro che chiudono la scalinata che porta all’ingresso. «Grandi Stazioni Rail valorizza e reinventa lo spazio pubblico trasformando i complessi immobiliari delle grandi stazioni in “piazze urbane”» si legge sul sito. La Stazione Termini, dove è in corso la costruzione di un intero piano rialzato di parcheggi e negozi, svolge sempre più una funzione di centro commerciale, oltre a quella di stazione ferroviaria. Adesso, assicura l’amministratore dell’ente, i soggetti indesiderati, ovvero i poveri, saranno sgomberati. «Ma i marciapiedi sono pubblici, non sono proprietà di Grandi Stazioni. Non possono cacciarci» precisa Massimo.