Stadio della Roma, Marcello De Vito resta in carcere: rigettata richiesta di scarcerazione
L'ex presidente del Consiglio Comunale di Roma, Marcello De Vito, resterà in carcere. Così ha deciso il gip del tribunale della Capitale Maria Paola Tomaselli, che ha respinto la richiesta di scarcerazione proposta dai legali dell'ex esponente del Movimento 5 Stelle. La procura aveva già dato parere negativo in merito all'istanza. De Vito è stato arrestato con l'accusa di corruzione lo scorso 20 marzo nell'ambito dell'inchiesta sullo stadio della Roma insieme all'avvocato Camillo Mezzacapo, ritenuto suo braccio destro, e all'imprenditore G. B.. Mezzacapo si trova in carcere, mentre G.B. è ai domiciliari.
Le accuse a Marcello De Vito
Già ad aprile il Tribunale del Riesame aveva rigettato la richiesta di scarcerazione di De Vito. Secondo i giudici del Riesame l'ex presidente dell'assemblea capitolina "barattò" la sua carica istituzionale per metterla a disposizione di alcuni imprenditori. "Non sono un corrotto né una persona corruttibile", ha sempre detto dal carcere il diretto interessato. Per le pm Luigia Spinelli e Barbara Zuin il consigliere De Vito avrebbe favorito alcuni imprenditori, tra cui Luca Parnasi, interessati a mettere le mani su tre maxi appalti romani: il progetto per la riqualificazione dell'ex stazione di Trastevere, quello per l'area dell'ex Fiera di Roma e quello per l'area dei Mercati generali in zona Ostiense.
Questa una delle intercettazioni di alcune conversazioni di Camillo Mezzacapo che mettono nei guai De Vito: "Qui noi abbiamo proprio un anno buono. Gli ho detto (riferito a De Vito ndr.) : ‘Guarda che adesso c'è una congiunzione astrale come quando passa la cometa di Halley, cioè che voi state al governo qua di Roma e anche al governo nazionale in maggioranza rispetto alla Lega. Adesso hai un anno. Se adesso non facciamo niente per un anno, allora, voglio dire, mettiamoci il cappelletto da pesca. Io conosco un paio di fumetti, ci mettiamo là, ci mettiamo tranquilli con una sigarettella, un sigarozzo, con la canna, ci raccontiamole storie e ci facciamo un prepensionamento dignitoso".