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Sparatoria a Ponte di Nona, non si trovano le pistole: forse c’era una terza persona

Un bossolo di piccolo calibro, niente armi a terra e una scena del crimine che sembra come se fosse stata ripulita. La sparatoria di Tor di Nona dove sono rimasti uccisi Fabrizio Ventre e Mirko Scarozza, di 35 e 24 anni, si tinge di giallo.
A cura di Enrico Tata
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C'è qualche particolare che non torna. Un bossolo di piccolo calibro, niente armi a terra e una scena del crimine che sembra come se fosse stata ripulita da qualcuno prima dell'arrivo della polizia. La sparatoria di Tor di Nona dove sono rimasti uccisi Fabrizio Ventre e Mirko Scarozza, di 35 e 24 anni, si tinge di giallo. Tra l'altro Ventre, che era ai domiciliari, avrebbe dovuto comparire proprio oggi in un processo dove era coinvolto per spaccio di droga e che riguarda, oltre a lui, una ventina di persone. Tra i reati contestati nel processo, a seconda delle posizioni, anche l'associazione per delinquere, estorsione e favoreggiamento.

Due rimangono le piste su cui lavorano gli investigatori per risolvere il caso: un delitto passionale per una donna amata da entrambi oppure un omicidio legato al commercio della droga, un ambiente che frequentavano entrambe le vittime. Primo scenario: i due si danno appuntamento sotto casa di Fabrizio. Mirko arriva con la sua Smart, che è stata trovata dai carabinieri a pochi metri dal luogo della sparatoria. Discutono, forse a causa di una donna. Sparano entrambi: Ventre, colpito alla testa, muore in ospedale, Scarozza, preso al fianco, sull'ambulanza. Ma perché è stato ritrovato solo un bossolo? E dove sono finite le pistole? Forse era presente una terza persona. Forse la persona che li ha uccisi, oppure un amico di una delle due vittime. Secondo scenario: uno dei due arriva all'appuntamento in compagnia di un amico. Uno dei due spara per primo, l'altro non fa in tempo a rispondere e cade a terra ferito. Ma l'amico lo vendica e spara un colpo, poi scappa dopo aver ripulito la scena del crimine.

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