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Spaccio a Colli Aniene e Tiburtino III: ‘Killeretto’ e Seretti, chi sono i capi del gruppo criminale

Sono nomi già noti a vicende legate alla criminalità organizzata romana quelli di Emanuele Seretti e Alessio Nataletti, i due uomini a capo del giro di spaccio di Colli Aniene e Tiburtino III. Del gruppo facevano parte anche i fratelli Briscese, condannati a dieci anni di carcere per il tentato omicidio dei buttafuori del Qube. In tutto sono undici le persone arrestate, otto in carcere e tre ai domiciliari.
A cura di Natascia Grbic
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Un gruppo composto da undici persone, due delle quali erano a capo del giro di spaccio nei quartieri di Colli Aniene e Tiburtino III. La maggior parte delle volte gli acquisti da parte dei clienti avvenivano nel bar Blue Rose, che i pusher ritenevano lontano da occhi indiscreti. Così non è stato, dato che l'operazione di Polizia che ha portato agli arresti di ieri mattina si chiamava proprio ‘Blue Rose', come il punto di ritrovo utilizzato per le operazioni di compravendita. A capo di tutta l'organizzazione, due uomini noti già da tempo per essere stati al centro di cronache giudiziarie legate alla criminalità romana: Emanuele Seretti e Alessio Nataletti, quest'ultimo noto nell'ambiente con il nome di ‘Killeretto'. Erano loro a gestire i contatti, a pensare al reperimento delle armi per il controllo del territorio, e a organizzare le ritorsioni da mettere in campo contro chi voleva mettergli i bastoni tra le ruote. Intercettati durante una conversazione in macchina, Nataletti e Seretti – una volta capito di essere indagati – avevano iniziato a organizzare l'acquisto di alcune mitragliette per gambizzare un investigatore e ferire il figlio minore di un agente.

Le indagini sono partite nel 2015, a seguito di un incendio in via Bardanzellu, all'interno di un locale chiamato ‘Trattoria'. Il rogo era di chiara matrice dolosa. Il proprietario del locale era già noto alle forze dell'ordine perché l'anno prima, nel negozio di fianco, sempre di sua proprietà, è stato rinvenuto un revolver calibro 38. In quell'occasione era stato denunciato Alessio Nataletti. Da quell'episodio sono iniziate le indagini che hanno portato agli undici arresti: la polizia si è concentrata sul ruolo dei due capi, Nataletti e Seretti, e sui fratelli Gabriele e Daniele Briscese, accusati di essere i fornitori dell'arma. I Briscese sono i due fratelli arrestati lo scorso anno e condannati a dieci anni di carcere per il tentato omicidio dei buttafuori del Qube, in via di Portonaccio a Roma. Anche il loro nome si aggiunge a quello dei fermi di ieri. Il nome di Nataletti, invece, era balzato in testa alle cronache romane il 25 gennaio 2011, giorno dell'omicidio di Carlo Ciufo. ‘Killeretto' era insieme all'amico, quando i due sono stati raggiunti da diversi colpi d'arma da fuoco. Ciufo è morto, Nataletti si è salvato, riportando però danni fisici a vita.

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