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Siccità Roma, da Tribunale delle Acque ok ai prelievi da Bracciano: niente stop a captazioni

Il Tribunale delle Acque ha accolto il ricorso del comune di Roma sospendendo l’ordinanza della regione Lazio che voleva mettere fine ai prelievi dal lago di Bracciano a partire dal primo settembre. Si continuerà quindi a captare fino a 400 litri al secondo.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il livello dell'acqua del lago di Bracciano a Trevignano Romano - LaPresse
Il livello dell'acqua del lago di Bracciano a Trevignano Romano – LaPresse

Una sentenza del Tribunale delle Acque ha stabilito che l’ordinanza regionale del 28 luglio con quale si prevedeva la cessazione delle captazioni dal lago di Bracciano dal primo settembre è stata annullata. In seguito a questa decisione si potrà quindi continuare a captare dal lago mediamente 400 litri al secondo. Il tribunale ha accolto la misura cautelare nella parte in cui dispone “di azzerare ogni prelievo dal 1 settembre” e di “limitarlo alla soglia massima di due moduli medi (200 litri al secondo) dal giorno 11 agosto al 31 agosto” nonché “di individuare la data del 10 agosto per la limitazione del prelievo a quattro moduli medi”.

Il Tribunale ha deciso di mantenere la riduzione del prelievo a quattro moduli medi consentendo ad Acea Ato2 di prelevare quattro moduli medi in luogo degli 11 previsti in concessione. La regione Lazio aveva ridotto la portata a duecento litri al secondo fino alla fine del mese di agosto, arrivando poi alla sospensione completa a partire dall’inizio di settembre. A rivolgersi al tribunale superiore delle Acque era stata Roma Capitale e in particolare la sindaca Virginia Raggi.

La contrapposizione tra comune di Roma e regione Lazio ha visto quindi prevalere, secondo il Tribunale delle Acque, le motivazioni del Campidoglio: “Nel bilanciamento degli opposti interessi, appare prevalente quello diretto a scongiurare il rischio di compromissione della salute pubblica, atteso che si tratta di un danno certo, imminente e irreparabile”, si legge nella sentenza secondo quanto riportato da Repubblica. “Il danno ambientale derivante dalla sola captazione dell’acqua da parte di Acea si appalesa incerto e non imminente”. I magistrati hanno valutato più rilevante quindi l’interesse dei cittadini e i rischi che una interruzione della captazione potessero comportare su strutture sensibili come quelle di ospedali e vigili del fuoco.

“La misura – si legge ancora – non diverge di molto da quella ritenuta indispensabile per scongiurare il pericolo di danni alla salute (pari a 500 litri al secondo) e nel contempo assicura una minore incidenza sul livello del lago di Bracciano a beneficio degli interessi ambientali e paesaggistici”.

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