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“In fin di vita in strada, hanno chiesto soldi per soccorrermi”

La lettera di Marta Fantini: “Ho aspettato i soccorsi per quattro ore, voglio rendere pubblico il trattamento a cui sono stata sottoposta dopo un incidente stradale”. Ma il sindacato dei vigili urbani di Roma respinge le accuse.
A cura di An. Mar.
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Tre ragazzi di 22, 28 e 34 anni rimangono coinvolti in un terribile schianto con la loro auto al ritorno da un uscita di gruppo. Rimasti miracolosamente illesi dall'incidente chiamano i soccorsi per rimuovere l'auto dalla carreggiata e ricevere aiuto. Attenderanno i vigili fino al mattino. È la storia che Marta Fantini, vent'anni, racconta in una lettera indirizzata al quotidiano Il Messaggero. "Il mio", scrive, è solo "un invito a riflettere su questi fatti".

Mi chiamo Marta ed ho 22 anni. Sabato 20 settembre, verso le ore 5 del mattino, sono stata vittima di un incidente. Ci tengo a precisare che il contenuto di questa lettera vuole essere un invito a riflettere per tutti, dal momento che ciò che mi è successo mi ha scioccata non poco.

Già potevo immaginare i servizi in radio e al telegiornale: "ragazzi si schiantano a via di Tor di Quinto dopo una lunga notte passata in discoteca, ennesime vittime della strada". La mia amica alla guida dell'auto ha avuto un colpo di sonno o forse è stato un attimo di distrazione. Un attimo che è bastato a prendere la curva un po' troppo larga. Nessuna frenata, la nostra auto completamente distrutta, noi, miracolosamente salvi ed illesi, tutti quanti. Nessun morto, nessun ferito.

A questo punto voi vi chiederete "e quindi? Dove vuoi arrivare?". Avendo la fortuna – perché seriamente ancora non riesco a credere di essere non solo viva ma del tutto integra, di poter raccontare quel che mi è successo – voglio rendere pubblico qual è stato il trattamento a cui siamo stati sottoposti dopo l'incidente: definirlo inumano e imbarazzante è poco. Noi, 3 ragazzi di 22, 28 e 34 anni buttati su una strada di notte in palese stato di choc, il conducente dell'altro veicolo – un uomo sulla sessantina – che non riusciva nemmeno a parlare.

Dopo qualche minuto, si ferma in nostro "soccorso" una camionetta dei carabinieri; passavano di lì per caso dato che la loro caserma dista poche centinaia di metri da dove è avvenuto l'incidente. Non potendo fare nulla, perché proprio così, la legge prevede che solamente la polizia municipale o la polizia stradale possano intervenire in caso di sinistri, hanno cercato per quanto possibile di gestire il traffico e, insieme a noi, hanno cominciato a chiamare il centralino del pronto intervento stradale. Per chi non lo sapesse, questo è un servizio attivo 24h su 24, 7 giorni su 7. Sarà stato un puro caso, ma per ben tre ore abbiamo ricevuto risposta solamente dalla segreteria telefonica.

Dal momento che chi di dovere non poteva soccorrerci (evidentemente ad avere un colpo di sonno non era stata solo la mia amica alla guida, ma anche coloro che facevano il turno quella notte al centralino), abbiamo chiamato i carro-attrezzi così da poter liberare la strada. A questo punto la seconda sconcertante notizia: "non avete con voi 150 euro per pagare il trasporto? Ok, me ne vado". Ho imparato quella notte che devo sempre avere con me 150 euro nel portafoglio: così, se dovessi nuovamente (ma spero con tutto il cuore di no) rischiare la vita per strada, sicuramente qualcuno provvederà a portare via la macchina. Tutto questo è durato circa due ore, lentamente si faceva giorno, e dei vigili nemmeno l'ombra.

A questo punto chiamo la compagnia assicurativa della mia amica, Unipol Sai, per sapere cosa fare e se la sua polizza copriva, in caso di sinistro, il pagamento del carro-attrezzi. La ragazza dall'altro lato della cornetta, palesemente disturbata dalla conversazione e infastidita dal mio tono agitato (effettivamente ero solo viva per miracolo e mi trovavo a gestire da sola con i miei amici la situazione, chissà per quale motivo mi sono innervosita davanti alla sua arroganza), ha provveduto a liquidarmi in poco meno di due minuti, dicendomi che purtroppo No, la polizza non prevedeva quel tipo di rimborso e che purtroppo No, non era in grado di darmi soluzioni alternative. Arrivederci e grazie.

Passa un'altra ora, il sole è ormai alto nel cielo, il traffico abbastanza regolare e fitto: dopo aver fatto una buona colazione, finalmente alle ore 8:30 si materializza un camion carico carico di vigili urbani seguito anche da un'altra voltante. nessuno di loro (un totale di sei vigili) ci ha rivolto parola, nessuno si è preoccupato di sapere quali fossero le nostre condizioni psico-fisiche: il loro unico pensiero era quello di "rimuovere le automobili il più rapidamente possibile". Le risposte che ci hanno dato sono state del tutto prive di umanità e rispetto nei nostri confronti, avevano la stessa considerazione che potevano provare per la ruota della macchina in mezzo alla strada o dei finestrini esplosi. Contavamo meno di zero, eravamo ai loro occhi gli ennesimi ragazzi che si erano schiantati in auto.

Io non sono il tipo di persona che augura il male agli altri, mai vorrei che qualcuno vivesse e provasse quel che abbiamo provato noi sabato mattina; ma sono convinta del fatto che, qualora i figli o persone molto vicine a quei vigili che ci hanno "soccorso" si trovassero nella nostra stessa situazione, penso che vorrebbero per loro un trattamento adeguato. Quando gli abbiamo chiesto se potevano accompagnarci o a casa o alla stazione metro più vicina, la loro risposta è stata chiara e secca: "Non ce penso proprio".

La mia amica è una ragazza fuori sede con i genitori in Calabria, il mio amico è greco. Fortunatamente a Roma qualche romano è rimasto: mio padre ha potuto raggiungerci e riportarci a casa. Ma se anche io fossi stata una ragazza fuori sede, chi si sarebbe preso cura di noi? Da quel che ho potuto vedere, di certo non le forze dell'ordine, quelli non vedevano l'ora di tornare in ufficio. Un conto è l'educazione, un conto è il rispetto.

Non sono stati in grado di gestire la situazione, nemmeno loro hanno saputo dare una risposta alternativa ed esauriente alla domanda "noi non abbiamo i soldi per il carro-attrezzi, come possiamo fare?"

Tutto questo è solo un piccolo accenno di tutto ciò che abbiamo vissuto quella notte, un piccolissimo accenno della maleducazione con cui ci siamo dovuti scontrare, proprio con le forze dell'ordine che dovrebbero tutelarci e difenderci. Nessuno si è preso cura di noi. Siamo miracolosamente sopravvissuti a un incidente che nel 99,9% dei casi finisce in disgrazia, io non posso accettare che quello che mi è accaduto passi in cavalleria. Sono decisa a combattere e se necessario a parlare con tutte le testate giornalistiche esistenti affinché questa storia non passi inosservata; perché tutto questo è inaccettabile, perché è inaccettabile nascondersi sempre dietro la solita frase "in Italia funziona così".

Alla missiva hanno poi replicato i vigili aderenti al sindacato Sulpl che evidentemente rinviano al mittente le accuse:

Cara Marta Fantini,

abbiamo letto con attenzione la lettera che IlMessaggero.it ti ha pubblicato a seguito della disavventura capitatati qualche notte fa. Avete avuto un incidente alle 5 del mattino in cui la vostra auto è rimasta seriamente danneggiata ma siete rimasti, per grazia divina, illesi. Vi definite "ragazzi" di 22, 28 e 34 anni. La legge vi definisce maggiorenni.

Noi preferiamo chiamarvi adulti. Dici che si ferma una "camionetta dei Carabinieri" ai quali, presumibilmente, comunicate di non essere rimasti feriti altrimenti avrebbero di certo allertato il 118 per i soccorsi del caso con ambulanza. A questo punto ci informi di questo: "Non potendo fare nulla, perché proprio così, la legge prevede che solamente la polizia municipale o la polizia stradale possano intervenire in caso di sinistri, hanno cercato per quanto possibile di gestire il traffico"

Ti informiamo invece di quanto in realtà prevede il codice della strada: Art. 12. Espletamento dei servizi di polizia stradale (compresi i rilievi di incidente)

1. L'espletamento dei servizi di polizia stradale previsti dal presente codice spetta: a) in via principale alla specialità Polizia Stradale della Polizia di Stato;

b) alla Polizia di Stato;
c) all'Arma dei carabinieri;
d) al Corpo della guardia di finanza;
d-bis) ai Corpi e ai servizi di polizia provinciale, nell'àmbito del territorio di competenza;
e) ai Corpi e ai servizi di polizia municipale, nell'àmbito del territorio di competenza;
f) ai funzionari del Ministero dell'interno addetti al servizio di polizia stradale;
f-bis) al Corpo di polizia penitenziaria e al Corpo forestale dello Stato, in relazione ai compiti di istituto.

(3) Quindi qualcuno ha detto una cosa non vera. Non siamo a conoscenza di avere una segreteria telefonica al nostro centralino ma solo un disco che ripete di restare in attesa in linea per essere messi in contatto con il primo operatore telefonico libero. Non entriamo nel merito di una contrattazione privata tra un cittadino (quale eravate voi) ed un prestatore di servizi (quale era il responsabile del carroattrezzi) visto che di solito chi richiede un servizio poi deve risarcire economicamente chi glielo fornisce secondo il prezzo che viene pattuito.

I colleghi, che dopo due ore sono intervenuti, secondo quanto dici (quindi sei riuscita a contattarli? Prima dicevi che per tre ore non ci eri riuscita…), hanno ricevuto la segnalazione dell'incidente solamente alle 06.10 circa. Un'ora dopo l'incidente. Sono intervenuti 2 ore dopo perchè, come diciamo da tempo, le periferie sono in stato di abbandono per le scelte di questa amministrazione e questo è uno dei classici esempi con mancanza di personale che spesso viene distolto ed inviato al centro per custodire il salotto buono di Roma.

Se l'unica pattuglia prevista per coprire tutto il territorio del XV Municipio Cassia, che ha una estensione territoriale di 186km2 (più grande di Milano che si estende per 182 km2) era stata mandata alle 05.15 a rilevare un altro incidente in Via Cassia che l'ha tenuta impegnata fino alle ore 07.10, purtroppo non hai potuto fare altro che "metterti in coda per l'intervento".

Avevamo previsto tagli ai servizi della città e queste sono le dirette conseguenze. Quando i colleghi sono giunti sul posto, hanno applicato quanto previsto dalla legge in particolare dal codice della strada. Art. 189. Comportamento in caso di incidente …omissis 3. Ove dall'incidente siano derivati danni alle sole cose, i conducenti e ogni altro utente della strada coinvolto devono inoltre, ove possibile, evitare intralcio alla circolazione, secondo le disposizioni dell'art. 161. Gli agenti in servizio di polizia stradale, in tali casi, dispongono l'immediata rimozione di ogni intralcio alla circolazione, salva soltanto l'esecuzione, con assoluta urgenza, degli eventuali rilievi necessari per appurare le modalità dell'incidente. …omissis Ti informiamo che non è poi possibile utilizzare i mezzi dell'amministrazione come se fossero dei Taxi. Esistono proprio i taxi per quel tipo di servizio che richiedetevate voi.

Ci informi che poi è riuscito ad arrivare sul posto tuo padre, dopo l'intervento dei colleghi, quindi ancora di più in ritardo ma immaginiamo appena nella sue possibilità e che hai chiamato sicuramente subito appena successo l'incidente non è vero? Purtroppo si arriva quando si può. Alla domanda che ti fai circa il fatto di "prendersi cura" di voi sappiamo solo che 3 nostre pattuglie sono rimaste sul posto con voi per i rilievi fino alle ore 09.35. Non certo un abbandono. I problemi che la vita ci pone davanti li si affronta e li si gestisce quando si diventa adulti come lo siete voi. Non è in Italia che funziona così. È la vita reale che è diversa da quella di Alice nel paese della meraviglie.

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