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Corteo rientra nel centro sociale Corto Circuito, posto sotto sequestro

Secondo quanto fa sapere la questura di Roma, la polizia giudiziaria sta eseguendo “tre distinti decreti di sequestro preventivo emanati dalla magistratura romana a fronte di gravi abusi compiuti all’interno dell’area del centro sociale”.
A cura di En.Ta.
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Un corteo di circa 1000 persone ha attraversato nel pomeriggio il quartiere di Lamaro e di Cinecittà per protestare contro il sequestro di alcune aree del centro sociale Corto Circuito. Le forze dell'ordine, intervenute questa mattina, hanno smantellato una tensostruttura esterna, apposto i sigilli all'edifico in ricostruzione senza autorizzazione dopo l'incendio che l'aveva devastato nel 2012 e ad una cucina.

I manifestanti sono rientrati nell'area del Corto Circuito per tenere un'assemblea. Ora la palla passa all'amministrazione comunale, custode giudiziario dell'area che è di proprietà pubblica, che dovrà decidere come risolvere la vicenda che ormai va avanti da più di due anni tra continue tensioni tra istituzioni e occupanti.

Campidoglio: "Priorità è la sicurezza"

In tarda serata il comunicato dell'amministrazione comunale: "Il Campidoglio non è stato coinvolto nelle operazioni di sgombero del centro sociale ‘Corto Circuitò. Questa mattina è stato eseguito un provvedimento dell'autorità giudiziaria che prevede la messa in sicurezza della struttura sulla base di diverse denunce dei cittadini: sono stati apposti i sigilli ad alcuni manufatti abusivi, tra cui una cucina ed una piccola betoniera per i lavori edilizi, oggetto di esposti da parte dei residenti vicino al centro sociale". "Il rispetto della legalità resta prioritario per l'amministrazione, seppur riconoscendo il ruolo di aggregatore culturale e ricreativo che il centro sociale conduce da anni. Nei locali di ‘Corto Circuitò – spiega la nota – l'autorità giudiziaria ha rilevato un profilo di rischio per l'incolumità delle persone che frequentano la struttura ma anche per chi vive attorno. Inoltre, è stata contestata l'apertura abusiva di locali per la somministrazione di cibi e bevande. La palestra ed il parco al centro restano utilizzabili: non sono state interessate dalle operazioni in quanto hanno finalità di interesse collettivo".

Le operazioni di sequestro del Corto Circuito

Diverse squadre di poliziotti in tenuta antisommossa stanno procedendo al sequestro preventivo del Corto Circuito, lo storico centro sociale di via Filippo Serafini al Tuscolano, Roma. Secondo quanto fa sapere la questura di Roma, la polizia giudiziaria sta eseguendo "tre distinti decreti di sequestro preventivo emanati dalla magistratura romana a fronte di gravi abusi compiuti all’interno dell’area del centro sociale". Il provvedimento del tribunale sarebbe stato emesso anche a seguito dei numerosi esposti della cittadinanza. Al centro sociale sarebbe contestata la violazione di norme amministrative in merito all'area ristorante e soprattutto la realizzazione di un fabbricato, completamente abusivo, di oltre 300 metri quadrati. Si tratterebbe della ricostruzione di un padiglione andato in fiamme.

In questo momento decine di poliziotti stanno bloccando l'accesso alle strade limitrofe. Sul posto anche i vigili del fuoco e alcune ambulanze del 118. Sarebbero circa duecento gli uomini delle forze dell'ordine impegnati nelle operazioni di sequestro. Il blitz è cominciato alle 7 di questa mattina.

Una manifestazione cittadina è prevista per le 17.00 in piazza Cavalieri del Lavoro, poco distante dal centro sociale. Intanto gli occupanti in un comunicato chiedono all'amministrazione guidata di Virginia Raggi di assumersi la responsabilità di trovare una soluzione definiva per il Corto Circuito: "La nuova amministrazione dispone degli strumenti per fermare questa oscenità. Innanzitutto far sentire il suo ruolo di proprietario dell'area e degli stabili. Fermare il sequestro e consegnare definitivamente la struttura a chi l'ha gestita in tutti questi anni, consentendo che si ricostruisca (o finisca di ricostruire) quello che andò distrutto più di 4 anni fa. Poi superare definitivamente il contenzioso con la Corte dei Conti, questa storia kafkiana che riguarda centinaia di realtà di Roma e che solo atti politici dovuti da parte della nuova giunta può risolvere. I centri sociali sono autentici beni comuni che appartengono alla città, costituiscono un bene prezioso da difendere e sviluppare".

Dal Campidoglio per ora l'unica voce è quella del consigliere del M5s Pietro Calabrese che ha spiegato: "Abbiamo ricevuto soltanto stanotte l'ordinanza di Questura e Prefettura, ma ci hanno assicurato che non ci sarebbe stato alcuno sgombero e che gli occupanti sarebbero potuti rientrare nei locali nel momento in cui le strutture segnalate come pericolose sarebbero state sequestrate e messe in sicurezza". Calabrese ha poi aggiunto: "Ci sono situazioni in cui le occupazioni svolgono sul territorio un servizio sociale mancante, perciò queste cose vanno valutare caso per caso, come invece va bastonato chi ha lucrato. Sul patrimonio, comunque, sono al lavoro in Campidoglio tre presidenti di commissione, Cultura, Patrimonio e Politiche sociali".

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