Sequestrarono due frati Camilliani per non farli votare: condannati il padre superiore e 3 finanzieri
Aggiornamento: Padre Renato Salvatore, al termine di un lungo processo è stato assolto in via definitiva per non aver commesso il fatto.
Avevano trattenuto contro la loro volontà due religiosi dell'ordine dei Camilliani (il cui nome ufficiale è Ministri degli infermi) in una caserma della Guardia di Finanza, a Roma. Tutto per impedire ai due, padre Rosario Messina e padre Antonio Puca, di partecipare all'assemblea per nominare il superiore generale dell'ordine. E proprio quest'ultimo, don Renato Salvatore, assieme a tre militari delle Fiamme gialle, sono stati condannati con le pesanti accuse a vario titolo di concorso in sequestro di persona, corruzione e falso.
Il sequestro nel maggio del 2013
L'episodio incriminato, come riportato dal quotidiano La Repubblica, è avvenuto il 13 maggio del 2013 presso il comando di Roma della Guardia di finanza. I due religiosi, contrari alla rielezione di don Renato, secondo quanto ricostruito dall'accusa sono stati indotti con l'inganno a presentarsi in caserma: il superiore, corrompendo i finanzieri, ha fatto sì che i due venissero convocati e poi interrogati in merito a un'indagine in realtà inesistente, sulla gestione dell'ospedale di Casoria. La tangente da 96mila euro versata ai tre militari, confiscata, è stata versata dal commercialista Corrado Olivero, già condannato a 4 anni e 8 mesi in un filone a parte del processo. Adesso sono arrivate anche le condanne per gli altri 4 protagonisti della vicenda: tre anni a don Renato, sette anni con interdizione dai pubblici uffici per i finanzieri Alessandro Di Marco e Mario Norgini, accusati di concorso in sequestro di persona, corruzione e falso e infine cinque anni di reclusione a un terzo finanziere, Danilo Bianchi, accusato di corruzione.