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Sentenza Ama, “assunzioni arbitrarie e clientelari”. Marino: “Ora si licenzi”

“Assunzioni in Ama frutto di decisioni arbitrarie e clientelari”, così si legge nella motivazione della sentenza che ha portato alla condanna dell’ex ad Franco Panzironi.
A cura di Enrico Tata
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Le assunzioni in Ama? “Frutto di decisioni arbitrarie e clientelari”. Le motivazioni della sentenza che il 27 maggio scorso ha portato alla condanna, a 5 anni e 3 mesi di reclusione, dell’ex ad Franco Panzironi, parlano chiaro. Secondo i pm tra i 41 assunti tra il 2008 e il 2009, molti erano “legati a rapporti di parentela o affinità con esponenti politici o persone a costoro vicine ed erano espressione del volere, per nulla trasparente, dell' amministratore delegato”. Tra di loro c’era anche colui che poi sarebbe diventato il genero di Panzironi, il figlio del responsabile della segreteria degli onorevoli Gasparri e Alemanno, la figlia del caposcorta di quest'ultimo e almeno altre sei persone vicine alla politica locale romana.

Per questo, “ora Ama dovrà procedere, come è giusto che sia e come impone la legge, ai licenziamenti”. Lo dice il sindaco di Roma, Ignazio Marino, che spiega: “La sentenza del Tribunale penale di Roma che condanna Franco Panzironi, allora amministratore delegato di Ama spa, per falso ed abuso d'ufficio, alla pena di 5 anni e tre mesi di reclusione (insieme ad altri 3 manager) conferma quello che avevamo sempre detto”, aggiunge Marino. “Ora Ama dovrà procedere, come è giusto che sia e come impone la legge nel caso di assunzioni disposte in modo fraudolento, ai necessari licenziamenti del personale cui è stato fatto stipulare un contratto di lavoro che il Tribunale ha qualificato nullo di diritto”, conclude.

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