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Scontrini gonfiati e truffa all’Inps: l’ex sindaco Marino ora rischia due processi

Oggi la Guardia di Finanza ha provveduto a comunicare a Ignazio Marino la chiusura delle indagini su entrambi i casi. Ora i pm dovranno decidere se chiedere al gip il rinvio a giudizio per il chirurgo genovese.
A cura di Enrico Tata
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Aggiornamento: l’ex sindaco di Roma Ignazio Marino è stato assolto in via definitiva per insussistenza del fatto per l’accusa di peculato in relazione all’utilizzo della carta di credito concessa a fini istituzionali da Roma Capitale (la cosiddetta vicenda “scontrini”). 

Scontrini gonfiati e compensi a collaboratori inesistenti. Questi i due filoni al vaglio della procura che riguardano l'ex sindaco di Roma, Ignazio Marino. Oggi la Guardia di Finanza ha provveduto a comunicare al medico genovese la chiusura delle indagini su entrambi i casi. Ciò significa che ora spetterà ai pm formulare eventuali accuse e al gip, eventualmente, di decidere per il rinvio a giudizio e quindi l'avvio del procedimento a carico di Marino. L'indagine sugli scontrini vede indagato il chirurgo dem per il reato di peculato e falso. L'ipotesi, su cui ha indagato la procura fino ad oggi, è che l'ex sindaco abbia effettuato spese personali di circa 13mila euro, tra il 2013 e il 2015, con la carta di credito del Comune. Sotto la lente di ingrandimento degli investigatori ci sono 56 cene dell'ex primo cittadino a cui potrebbero aver partecipato anche i suoi amici. Dopo il caso delle spese effettuate con i soldi dell'amministrazione, Marino decise di rimborsare il Comune di 20mila euro. Quello scandalo fu anche il motivo che portò la sua maggioranza a sfiduciarlo e a chiedere le sue dimissioni che arrivarono lo scorso 30 ottobre. Il sindaco potrebbe essersi "appropriato ripetutamente della dotazione finanziaria dell'ente per acquistare servizi di ristorazione nell'interesse suo, dei suoi congiunti e di altre persone non identificate".  Così nel capo di imputazione formulato dal Procuratore Giuseppe Pignatone, l'aggiunto Francesco Caporale ed il sostituto Roberto Felici.

Il caso della Onlus Imagine

La seconda vicenda riguarda invece la Onlus Imagine, creata nel 2005 con l'obiettivo di fornire aiuti sanitari in America del Sud e in Africa. In questo caso Marino è indagato insieme ad altre tre persone per aver certificato, tra il 2012 ed il 2014, alcuni compensi per collaboratori fittizi o inesistenti. In questo modo, secondo la procura, la onlus avrebbe truffato l'Inps per 6mila euro.  In questo modo avrebbero procurato alla Onlus, dicono i pm, "un ingiusto profitto consistito nell'omesso versamento degli oneri contributivi dovuti per le prestazioni lavorative in realtà svolte da uno degli indagati in favore della Onlus".

La reazione di Marino: "Sempre rispettato le regole"

"Mi sono sempre mosso nel pieno rispetto della legalità ed è per questo che continuerò ad impegnarmi per Roma. La procura mi ha contemporaneamente notificato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari con riguardo alla nota vicenda concernente 12.716,10 euro di spese di rappresentanza per 56 cene occorse nei 28 mesi di mandato come sindaco della Capitale e con riguardo alla vicenda della Onlus Imagine", ha spiegato Ignazio Marino all'Agenzia Ansa.

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