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Sciopero Metro, l’audio della verità non c’è: sabotaggio ai macchinari?

Qualcuno, la sera prima della giornata dello sciopero, potrebbe aver staccato di proposito i cavi del macchinario di registrazione, per evitare che rimanesse traccia di quelle conversazioni e di quegli ordini arrivati ai macchinisti dei convogli della metropolitana lo scorso venerdì.
A cura di Enrico Tata
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Un cavo elettrico staccato dalla sera prima. E così non c’è nessuna registrazione delle comunicazioni tra sala operativa e treni avvenute lo scorso venerdì, il giorno dello sciopero del trasporto pubblico. È la prima volta in quasi quarant’anni che un inconveniente del genere si verifica a quel macchinario che dovrebbe conservare tutti gli audio delle comunicazioni fra macchinisti e Direzione Centrale del Traffico. Un particolare che fa pensare all’ipotesi sabotaggio: qualcuno, la sera prima della giornata dello sciopero, potrebbe aver staccato di proposito quel cavo. Per evitare che rimanesse traccia di quelle conversazioni e di quegli ordini arrivati ai macchinisti dei convogli della metropolitana.

Una registrazione video realizzata da un macchinista, e che venerdì ha fatto subito il giro del web, documentava un ordine arrivato dalla DCT sull’immediata evacuazione dei treni anche se i convogli della metropolitana erano partiti prima della fine delle fasce di garanzia e ancora non erano arrivati a capolinea. L’originale di quelle registrazioni audio, alla luce di questi nuovi particolari, non sarebbero sparite, come si pensava fino a poche ore fa, ma non sarebbero mai state registrate.

Oggi si riunirà la Commissione Disciplinare e partiranno le lettere per l’avvio del procedimento disciplinare per i nove dipendenti ritenuti responsabili per quanto è accaduto lo scorso venerdì. Si tratta di un responsabile della Metro A, quattro che lavorano alla Direzione centrale traffico, uno è coordinatore dell'unità organizzativa, uno è un assistente coordinatore metro A, uno è un macchinista e un coordinatore dei macchinisti della metro A. Mistero, invece, su chi possa aver manomesso il macchinario che registra le conversazioni terra-treni.

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