San Raffaele, casi salgono a 41. I parenti dei pazienti: “Troppi pochi controlli”
Salgono a 41 i casi positivi al tampone per la ricerca del nuovo coronavirus tra i pazienti, i loro contatti stretti e gli operatori sanitari dell'Istituto San Raffaele alla Pisana, Roma. L'indagine epidemiologica è ancora in corso e per il momento non è chiaro come il virus sia arrivato all'interno della struttura. "Stiamo collaborando con la Asl e al termine potremo sapere qual è stata la via più probabile, ma non certa, attraverso cui Sars-CoV-2 è entrato al San Raffaele. Ad oggi sostenere qualsiasi tipo di ipotesi è un'illazione del tutto priva di fondamento scientifico", ha spiegato a Fanpage.it il direttore sanitario Massimo Fini. Probabilmente, però, il virus è entrato con un operatore sanitario oppure, forse, è arrivato con un paziente trasferito da altre strutture sanitarie. Secondo i parenti dei pazienti ai loro cari non è mai stato fatto un tampone né all'interno del San Raffaele e né all'interno delle strutture da cui sono arrivati. "Mio marito è arrivato da un pronto soccorso, ma non gli hanno fatto nessun tampone. Ora gliel'hanno fatto ed è risultato negativo", ha detto una signora. "Hanno fatto il tampone ed è negativa lei e tutto il reparto. È ricoverata dal 5 aprile, ma quando è entrata non le hanno fatto un tampone, né qui né l'ospedale dov'era prima. Mi viene di pensare che il problema sia arrivato dall'esterno, che loro abbiano sbagliato a non fare il tampone a chi è stato trasferito", ha confermato la figlia di una paziente anziana. E ancora, un altro parente: "Non gli hanno fatto il tampone né in partenza e né all'arrivo". L'indagine epidemiologica, ha precisato il direttore Fini, è a cura della struttura inviante: "Di fatto è una cosa che noi richiedevamo, non se ci garantivano che il tampone era negativo. Nelle lettere di trasferimento, però, non avevamo certezza e cognizione che questo tampone fosse stato eseguito". Tra l'altro, ricorda ancora Fini, "il primo paziente positivo è stato scoperto il 2 giugno ed è stato possibile perché presso il San Raffaele da aprile è in atto un protocollo di sorveglianza che ci ha portato a testare, fino ad allora, 400 persone tra pazienti e operatori sanitari".
Effettuati oltre 700 tamponi su pazienti e operatori sanitari del San Raffaele
Ad oggi sono stati processati oltre 700 tamponi e sono risultati positivi pazienti, soprattutto, operatori sanitari e contatti stretti dei pazienti. Oggi alla postazione drive-in allestita davanti all'ex ospedale Forlanini sono stati invitati a presentarsi le persone dimesse dal San Raffele dopo il 18 maggio e i loro contatti stretti per effettuare il test. Dal 18 aprile un'ordinanza della Regione Lazio obbliga le strutture a mettere in isolamento i pazienti per 14 giorni e mettere in pratica tutte le regole di distanziamento e di utilizzo dei dispositivi di protezione. Per questo secondo il Commissario straordinario della Asl ROMA 3, Giuseppe Quintavalle, "è al momento probabile che il caso indice del focolaio presso l'IRCCS San Raffaele Pisana sia riferibile ad alcuni operatori della struttura anche perché, secondo l'ordinanza regionale del 18 aprile 2020, i pazienti ammessi nella struttura, oltre ad essere sottoposti ad un adeguato distanziamento e l'utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, debbono per 14 giorni essere posti in isolamento precauzionale. Tuttavia la Asl ROMA 3, attraverso il dipartimento di prevenzione e la direzione sanitaria e in collaborazione con il SERESMI, attende le conclusioni dell'indagine epidemiologica".