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Salvini visita deposito Atac che confina con campo nomadi: “Sicurezza conducenti a rischio”

Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha visitato il deposito Atac di via Candoni, che confina con un campo nomadi e dove all’inizio di giugno sono stati incendiati sette autobus. “I dipendenti sono costretti da anni a lavorare in una situazione di forte disagio e temono per la loro sicurezza. Per gli autisti e per gli amministrativi venire a lavorare è di fatto una sfida quotidiana”, ha dichiarato il segretario leghista.
A cura di Enrico Tata
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Matteo Salvini visita il deposito Atac di via Candoni
Matteo Salvini visita il deposito Atac di via Candoni

Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha visitato questa mattina il deposito Atac di via Luigi Candoni a Roma, zona Magliana. Il deposito si trova accanto al campo nomadi e a inizio giugno gli abitanti dell'insediamento abusivo hanno incendiato sette autobus dell'azienda municipalizzata romana. Si trattava di bus in disuso e non più in servizio da diversi anni, ma comunque il rogo ha richiesto l'intervento di diverse squadre dei vigili del fuoco. Secondo Atac incendiare i bus serve a rendere più facile il furto del rame, che poi i rom rivendono. Approfittando della distrazione dei vigilanti, scavalcano la recinzione che li separa dal deposito Atac e con le taniche rubano anche il gasolio rimasto nei serbatoi delle vetture in disuso, tirano qualche sasso se qualcuno li disturba e poi tornano al campo con il bottino. "I dipendenti sono costretti da anni a lavorare in una situazione di forte disagio e temono per la loro sicurezza. Per gli autisti e per gli amministrativi venire a lavorare è di fatto una sfida quotidiana", ha dichiarato il segretario leghista. Per Salvini "il censimento dei campi rom resta un obiettivo, come la chiusura dei campi in tutto il paese. Si può chiamare come si vuole, anagrafe, riconoscimento, ma resta una cosa da fare, che si sta facendo in altre parti". L'ex ministro dell'Interno è stato accompagnato dal deputato Claudio Durigon, dai consiglieri capitolini Davide Bordoni e Maurizio Politi e  dai consiglieri Regionali Laura Corrotti e Daniele Giannini.

Incendio al deposito Atac di Magliana - foto vigili del fuoco
Incendio al deposito Atac di Magliana – foto vigili del fuoco

Le polemiche sullo sgombero del campo di Castel Romano

Negli scorsi giorni la Lega e Fratelli d'Italia hanno chiesto a gran voce lo sgombero dei campi rom dopo l'ennesimo rogo tossico al campo di Castel Romano. "Mentre la maggioranza pensa di smontare i Decreti sicurezza e continua a spalancare i porti alle ong, si registrano ben due incendi nell'arco di poche ore nel campo nomadi di Castel Romano. Lo Stato deve essere più presente negli accampamenti abusivi, anziché pensare alle multe per chi usa i contanti… A casa il prima possibile Raggi e Zingaretti, due problemi per Roma e per tutto il Lazio", aveva dichiarato Salvini.

Secondo i consiglieri regionali di maggioranza Marta Bonafoni, Alessandro Capriccioli e Paolo Ciani, capigruppo rispettivamente della Lista Civica Zingaretti, di +Europa Radicali e di Centro Solidale Demos al Consiglio regionale del Lazio, "Le condizioni sanitarie in cui versa il villaggio della solidarietà di Castel Romano costituiscono un'emergenza da affrontare prima di tutto per tutelare la salute dei residenti. Colpisce leggere una volta di più dichiarazioni che parlano di sgomberi senza parlare delle persone da sgomberare e delle possibili soluzioni". Secondo i consiglieri non si tratta di una "mera questione di ordine pubblico" che può essere risolta "semplicemente attraverso gli sgomberi": "Senza l'offerta di soluzioni alternative ad ogni sgombero non può che seguire una situazione ancora peggiore della precedente. È evidente che se si chiama una Asl in un luogo più simile ad una discarica che ad un centro di accoglienza, non può che certificare l’inadeguatezza del luogo in quello stato ad ospitare esseri umani. Ma il passaggio da questo ad uno sgombero senza soluzioni abitative (che ora non esistono) è l’ennesimo déjà vu sulla pelle dei Rom: visto che il campo (soluzione di accoglienza pubblica) è degradato, vi mandiamo per strada. Non può essere questa la soluzione. Per superare realmente e definitivamente situazioni drammatiche come quella di Castel Romano bisogna fare altro: occorre piuttosto dedicarsi prima a un intenso (e faticoso) lavoro sociale di ricognizione dei bisogni e delle necessità, e poi alla costruzione di risposte concrete e differenziate a quei bisogni e a quelle necessità, attraverso la realizzazione di percorsi individuali che tengano conto delle specificità di ogni singolo nucleo familiare".

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