Sabaudia, trovato scheletro con muta: potrebbe essere quello del surfista Virginio Nottola

Lo scheletro ritrovato ieri sulla spiaggia di Sabaudia potrebbe essere quello di Virginio Nottola, surfista scomparso a Tarquinia lo scorso ottobre. A confermarlo saranno i risultati dei test del dna, ma stando a quanto emerge dalle indagini alcuni particolari, la tuta da surf che avvolgeva il cadavere per esempio, conducono proprio al 50enne. Tra l'altro Nottola è l'unica persona scomparsa nel mare del litorale laziale di cui ancora si sta cercando il corpo. L'uomo è scomparso nel pomeriggio del 28 ottobre tra le 14 e 30 e le 15 a Tarquinia Lido, provincia di Viterbo. Fu ritrovata la sua barca a vela, con a bordo un sacco con portafoglio, chiavi e occhiali da vista, ma di lui nessuna traccia. Indossava la muta e un giubbotto salvagente blu. Del suo caso si occupò anche la trasmissione di Rai Tre, Chi l'ha visto?. Se l'ipotesi fosse confermata il suo cadavere avrebbe fatto un viaggio di circa due mesi tra le onde percorrendo quasi duecento chilometri in direzione sud.
La muta era attaccata a imbragature per il kitesurfing
Ad accorgersi dello scheletro sulla spiaggia, ieri, sono stati alcuni passanti, che hanno immediatamente avvertito le forze dell'ordine. Il corpo era completamente decomposto, segno che la morte è avvenuta mesi fa. Altro particolare: la muta che avvolgeva lo scheletro era attaccata a imbragature per il kitesurfing, cioè il surf trainato da un aquilone. Sul profilo Facebook di Nottola, sicuramente appassionato di mare, non compaiono foto di lui sulla tavola da surf.