Roma, un rivoluzionario mini-cuore artificiale salva la vita a una bimba di 3 anni
Un oggetto piccolissimo, 15 millimetri di diametro, cinque centimetri di lunghezza e appena 50 grammi di peso, grande come una batteria stilo ma tecnologicamente all'avanguardia. E' un mini-cuore artificiale che ha salvato la vita a una bimba di appena tre anni. Al Bambino Gesù di Roma è stato effettuato il secondo intervento al mondo di questo tipo, dopo quello del 2012 sempre all'ospedale della Santa Sede. Il nosocomio romano ha ottenuto l’autorizzazione straordinaria dalla Food and Drug Administration (FDA) americana e dal Ministero della Salute italiano, per l’utilizzo di una pompa cardiaca miniaturizzata (l’Infant Jarvik 2015), un prototipo la cui sperimentazione clinica partirà prossimamente negli Stati Uniti. La piccola paziente è ricoverata dallo scorso luglio presso il dipartimento medico e chirurgico di cardiologia pediatrica dell’ospedale, è affetta da miocardiopatia dilatativa ed è in lista per un trapianto cardiaco. L'intervento è stato eseguito dal dottor Antonio Amodeo e la sua équipe il 2 febbraio e la piccola è stata estubata dopo 10 giorni. Attualmente le condizioni sono buone, in attesa del trapianto.
Il piccolo cuore artificiale può supportare la circolazione sanguigna di pazienti a partire da otto chili di peso e fino a un'età di circa 10 anni. L'oggetto, che ha una batteria esterna e può essere ricaricata anche a casa, è uno strumento decisivo a lungo termine per quei bimbi per i quali non si trova un organo compatibile per procedere con il trapianto. Nei prossimi mesi negli Stati Uniti partirà il clinical trial per il dispositivo. Il Bambino Gesù sarà capofila per il progetto europeo per l’ottenimento del marchio CE del dispositivo."Se le premesse di minore morbidità e mortalità verranno confermate dai clinical trial che inizieranno entro il 2018, si tratta di una vera rivoluzione nel mondo dell’assistenza meccanica pediatrica. Negli ultimi 20 anni, infatti, per i piccoli pazienti è stato disponibile un solo modello di cuore artificiale para-corporeo, che se da un lato faceva registrare un 70% di sopravvivenza , dall’altro non permetteva la dimissione a casa dei pazienti. Adesso, sarà invece possibile dimetterli dopo l’intervento, permettendogli il reinserimento nel tessuto sociale e familiare in attesa del trapianto di cuore. Bisogna considerare che la maggior parte delle assistenze meccaniche cardiocircolatorie pediatriche si effettua proprio entro i primi tre anni di vita, quando i pazienti sono più piccoli: l’utilizzo della mini-pompa cardiaca potrà rappresentare una svolta", spiega il dottor Amodeo.