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Roma, tre buste esplosive a Fiumicino, Balduina e Nuovo Salario: “Escluso movente politico”

Nessuna delle tre buste esplosive scoppiate a Roma tra domenica e lunedì conteneva una rivendicazione. Le forze dell’ordine che indagano sugli ordigni esplosivi che hanno provocato il ferimento di tre donne a Fiumicino, Balduina e Nuovo Salario escludono al momento il movente politico e il collegamento con fenomeni eversivi. Più probabile che si tratti dell’atto di uno squilibrato.
A cura di Redazione Roma
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Tre buste esplosive tra Roma e Fiumicino, tre donne ferite, nessuna rivendicazione. Per le forze dell'ordine è escluso il movente politico. Dagli accertamenti svolti non sarebbero emersi collegamenti tra gli ordigni e fenomeni eversivi. Probabile la pista dello squilibrato, anche se si stanno facendo verifiche sulla vita delle tre donne vittime dei pacchi bomba. Nessuna delle tre buste esplose a Roma conteneva una rivendicazione. I tre ordigni sarebbero apparentemente identici e questo farebbe pensare che a confezionarli sia stata una sola mano.

La prima busta è esplosa ieri sera nel centro di smistamento Poste di Fiumicino, sul litorale della capitale. Le altre due sono arrivate in altrettante case a Salario e alla Balduina e sono esplose stasera a Roma. Le tre donne ferite per fortuna non sono in gravi condizioni. Polizia e carabinieri hanno immediatamente avviato le indagini e si concentrano sull'analisi delle tre buste, delle sostanze e dei meccanismi che eventualmente contenevano. Si cercano anche le impronte digitali di chi ha confezionato gli ordigni.

La prima busta, hanno ricostruito gli inquirenti, è esplosa domenica sera al centro Smistamento Poste di via Cappannini, nella cittadina sul litorale. Alle 18.30 di oggi, lunedì 2 marzo, un'altra busta è esplosa in via Piagge, a Nuovo Salario, ferendo un'impiegata 54enne, Rosa Q.  La terza è arrivata in via Fusco, alla Balduina, e ha ferito una 68enne, Elisabetta M., alle mani e al viso. Le ultime due ferite sono state soccorse e portate in ospedale in codice giallo: una al Policlinico Umberto I e l'altra al Gemelli. Tutte le vittime se la sono cavata con ferite lievi.

A quanto si apprende, le buste confezionate erano state realizzate in formato A4: all'interno contenevano una piccola scatoletta in legno. I plichi bomba, inviati uno al centro Smistamento Poste e gli altri due presso abitazioni private, sono stati con tutta probabilità confezionati da una sola persona. La Digos indaga a 360 gradi e per ora non si esclude nessuna ipotesi, anche se – secondo fonti investigative – sembra improbabile il movente eversivo dato che non c'è stata finora nessuna rivendicazione e le vittime sono persone sconosciute.

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