Roma, svastica sulla targa per Tina Costa: staffetta partigiana e memoria della Resistenza
Una svastica sulla targa per Tina Costa, vicepresidente vicario dell'Anpi di Roma. Lo sfregio alla staffetta patigiana e memoria della Resistenza, scomparsa lo scorso 20 marzo a novantaquattro anni, è apparso ieri, nell'area verde del VII municipio di Roma. "Sarò in piazza fino a quando avrò l'ultimo respiro, perché so di essere dalla parte del giusto e che le miei idee sono condivise da tanti" recita la targa, inaugurata a inizio dicembre e ora imbrattata con vernice spray nera per mano di ignoti, proprio durante le Feste di Natale. Come si apprende dal presidente di Municipio Monica Lozzi, domani la targa sarà ripulita. La minisindaca ha chiesto maggiori controlli alla polizia locale.
Sfregio alla targa di Tina Costa
Dura la critica dell'associazione Culturale Enrico Berlinguer, Circolo Alberto Menichelli, che ha denunciato l'atto vandalico, il secondo sfregio in pochi giorni: "Questa gentaccia, vivendo come topi, gira la notte a imbrattare le targhe di donne meritevoli per il ‘Bene Comune'. Questi fascisti anche la notte di Natale non hanno famiglia e amicizie e vivono come ladri". "I compagni del circolo Luigi Longo di Rifondazione Comunista sono immediatamente intervenuti apponendo sopra al macabro simbolo nazista un cartello con la frase di Tina che è stata vigliaccamente imbrattata" si apprende da un comunicato stampa di Rifondazione Comunista.
Raggi: "Roma condanna gesto intollerabile"
La sindaca Virginia Raggi ha definito "vergognosa la svastica che imbratta la targa in ricordo della partigiana Tina Costa" e ha aggiunto: "Roma condanna questi gesti intollerabili" ha scritto su Twitter la prima cittadina.
A commentare il gesto anche il presidente della Regione Lazio e segretario nazionale del Pd, Nicola Zingaretti, che lo ha definito "vergognoso e oltraggioso contro una protagonista della nostra Repubblica. Non saranno quattro idioti a infangare la memoria di Tina Costa".
Chi è Tina Costa, staffetta partigiana
Tina Costa è nata nel lontano 1925 A Gemmano, in provincia di Rimini, da una famiglia comunista e antifascista. A soli sette anni si è rifiutata di indossare a scuola la divisa della lupa – gesto per il quale è stata poi punita dagli insegnati – e poco dopo ha intrapreso l'attività di staffetta nel Partito Comunista durante la guerra di Etiopia. A diciotto anni è diventata staffetta partigiana: più volte ha passato la linea gotica, portando ai combattenti partigiani messaggi, armi e cibo, è stata arrestata con la famiglia e con essa è riuscita a fuggire. Nel 1944 si è iscritta al Partito Comunista fino alla morte.