Roma, rapine in banca armati di coltelli: nella banda ultrà della Lazio e un poliziotto
ROMA – Una vasta operazione congiunta di polizia e carabinieri ha portato all'arresto di cinque persone, ritenute responsabili di associazione a delinquere finalizzata alla rapina. La banda, infatti, è responsabile di otto rapine ai danni di altrettante banche in vari quartieri di Roma: tra i componenti del sodalizio criminale ultrà della Lazio e un ex poliziotto della Polizia Scientifica, ora sospeso dal servizio. Le indagini sono state coordinate dai magistrati del Gruppo Reati contro il Patrimonio della Repubblica di Roma, dagli agenti della Squadra Mobile della Questura capitolina e dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma e sono partite nel novembre del 2017, quando tutta la banda venne colta in flagranza di reato mentre cercava di mettere a segno una rapina in una banca di Tivoli.
Dopo l'arresto della banda, il pool di investigatori composto da magistrati, poliziotti e carabinieri ha raccolto ingenti elementi probatori contro i cinque membri della banda, ritenuti responsabili di otto rapine aggravate, tre delle quali tentate ma non andate a segno. La banda aveva ruoli ben definiti, dall'organizzatore al basista, in questo caso l'ex poliziotto, che aveva il compito di intercettare proprio le frequenze delle radio delle forze dell'ordine. Sempre uguale e definito anche il modus operandi: due o tre componenti della banda entravano nella banca con il volto travisato da una parrucca, da occhiali da sole scuri e dal trucco, armati di coltelli di ceramica per eludere i controlli, minacciando i dipendenti per farsi dare il denaro: il bottino complessivo si aggira intorno ai 500mila euro.