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Roma, prostituzione gay nei cinema a luci rosse: “Se non paghi non ti lascio andare”

La telecamera nascosta di Fanpage.it è entrata in un cinema a luci rosse del centro di Roma: qui il giornalista è stato avvicinato da ragazzi di origine rumena che gli hanno offerto sesso a pagamento. Una storia di minacce ed estorsione che si credeva superata. “Se vieni con me ti faccio conoscere ragazzi più giovani”.
A cura di Redazione Roma
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Prostituzione maschile, minacce ed estorsione. È questo quello che si nasconde dietro alcune delle sale a luci a rosse del centro di Roma. Una realtà che, come hanno dimostrato le telecamere di Fanpage.it, è tutt'altro che superata, dopo che nell'aprile del 2010 la polizia municipale della Capitale aveva scoperto un giro di prostituzione gay nelle sale del Moulin Rouge, in via Orso Mario Corbino, una traversa di viale Marconi. Sono in prevalenza ragazzi rumeni e albanesi quelli coinvolti in questa attività. Ognuno di loro arriva a chiedere circa 30 euro per prestazioni omosessuali tra le poltrone e nei bagni del cinema. Ancora oggi, infatti, basta fare una ricerca online per scoprire che ci sono molte sale dove avviene la pratica, con portali internet che riportano informazioni dettagliate.

In una di queste, le telecamere nascoste di Fanpage.it sono andate a vedere cosa realmente accade. Il giornalista accede al cinema pagando un biglietto di 10 euro per la visione di un film porno eterosessuale. Pochi minuti dopo viene avvicinato da un ragazzo rumeno, che gli offre sesso a pagamento in uno dei bagni della struttura, dove ci sono gettati alla rinfusa decine di preservativi usati. Poi arriva un altro ragazzo, di 19 anni, ma che sembra più giovane. Gli dice, non sapendo di essere ripreso, che se è disposto a pagare per vedere un rapporto tra lui e un altro uomo gli farà conoscere amici più piccoli d'età. Lo lascerà andare solo dopo che gli avrà portato via tutti i soldi in suo possesso. Infine, è la volta di un terzo, che chiede anche solo 5 euro per comprare un pacchetto di sigarette. Senza il pagamento di quel "dazio", il reporter non sarebbe potuto uscire dai bagni del cinema.

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