Roma, per la prima volta in Italia un paziente con un tumore al cervello è stato operato da sveglio
Operare un paziente affetto da tumore al cervello mentre è incosciente può significare compromettere irrevocabilmente alcune importanti funzioni cognitive, tra cui la facoltà di linguaggio e la capacità di compiere movimenti. La moderna chirurgia oncologica consente di eseguire l'intervento di asportazione della massa tumorale mentre il paziente è sveglio e questo consente ai medici di salvaguardare alcune funzionalità dell'area compromessa dal tumore. Il neurochirurgo, mentre opera, fa domande e il paziente, completamente sveglio risponde, può leggere ed eseguire piccoli movimenti, proprio per evitare la la compromissione di alcune facoltà cognitive. Questo tipo di operazione, la ‘awake surgery', è stata eseguita per la prima volta in Italia all'ospedale San Giovanni Addolorata di Roma. L'equipe della Neurochirurgia dell'ospedale, diretta dal dottor Andrea Talacchi, ha infatti effettuato un intervento su una ragazza a cui era stato diagnosticato un tumore temporale a sinistra in seguito a una crisi epilettica.
Il cervello umano e la comprensione del linguaggio
Il cervello umano è diviso in due emisferi, il destro e il sinistro, che a loro volta sono organizzati in quattro lobi: il frontale, il parietale, l'occipitale e il temporale, ognuno adibito a compiti specifici. Le neoplasie che interessano il lobo temporale si manifestano, si legge sul sito dell'Airc, con disturbi dell'equilibrio e del senso dello spazio, incapacità a comprendere e svolgere comandi molto semplici, convulsioni e difficoltà o impossibilità di parlare. Il lobo temporale sinistro comprende infatti la cosiddetta area di Wernicke, l'area del cervello coinvolta nella comprensione del linguaggio. Nei pazienti affetti da afasia di Wernicke (scoperta da Carl Wernicke nel 1874) il linguaggio parlato è fluido e scorrevole, ma spesso non ha senso. Anche la comprensione del linguaggio è compromessa. Operare un paziente mentre è ancora sveglio consente di studiare la funzionalità di un'area del cervello prima di iniziare la rimozione di un tumore. Il risultato, spiegano in una nota i medici del San Giovanni, è che l'intervento risulta più mirato e sicuro. La tecnica chirurgica in questione- prosegue la nota dell'ospedale romano- rappresenta una delle tante tecniche in dotazione a un reparto completo e moderno e ha quindi valore ed efficacia se eseguita correttamente, sia attraverso la crescita professionale del personale di supporto, sia se impiegata in casi selezionati con lo stesso metodo e rigore con il quale devono essere utilizzate altre tecniche avanzate quali l'endoscopia, la chirurgia guidata dalle immagini, la chirurgia guidata dai segnali elettrici, e la chirurgia della base cranica. Tuttavia eseguire un intervento di ore con il paziente sveglio, costituisce un valore aggiunto perché è esemplificativo del concetto di modernità in neurochirurgia e incarna l'idea di ‘intervento come processo', una serie di attività che ha inizio con la valutazione clinica approfondita, continua in sala operatoria e termina con la riabilitazione, se necessaria, e il reinserimento sociale.