Roma, morto in ospedale per infezione settica dopo un intervento alla vescica: 13 medici indagati
Tredici medici sono indagati per la morte di un paziente dopo un'operazione alla vescica in un ospedale di Roma. L'accusa pendente a loro carico è di omicidio colposo, per una serie di "negligenze e imperizie" che a luglio dello scorso anno avrebbero portato al decesso di un sessantenne di Sonnino, in provincia di Latina. Responsabilità delle quali è convinto il pubblico ministero Pietro Pollidori, che, come riporta Il Messaggero, ha notificato ai medici coinvolti l'avviso di chiusura delle indagini. Ora si attende la richiesta di rinvio a giudizio e l'eventuale apertura del processo. Si tratta di quattro medici al momento dei fatti in servizio a Villa Betania e nove al Cristo Re, tra chirurghi, urologi e rianimatori.
Paziente sottoposto a cistectomia totale
Le indagini sono partite dalla denuncia della vedova, assistita dal suo avvocato Giovanni Battista Reali, che ha voluto far luce sulle cause che hanno provocato la scomparsa del marito. L'autopsia ha svelato che il sessantenne è deceduto per aver contratto un'infezione settica a seguito dell'intervento chirurgico. Il paziente è stato sottoposto a due interventi durati ben quindici ore e quaranta giorni di calvario. L'uomo si era affidato alla clinica romana di Villa Betania per una colica renale ed i medici hanno ritenuto necessaria una cistectomia totale, che prevede l'asportazione di vescica e prostata.
Morto in ospedale per una grave infezione settica
Un'operazione durata più a lungo del previsto, poi, il successivo trasferimento d'urgenza nel reparto di Terapia Intensiva dell’ospedale Cristo Re, dove secondo la procura sarebbe stato trascurato diversi giorni prima di un secondo intervento, necessario per far fronte a una grave infezione. Da qui sarebbero sopraggiunte le complicazioni e, successivamente, la morte.