55 CONDIVISIONI

Roma, la denuncia: megarissa tra detenuti nel carcere di Regina Coeli

Nel corso della mattina di oggi, 7 maggio, all’interno della terza sezione del carcere romano di Regina Coeli circa 40 detenuti si sarebbero fronteggiati a colpi di spranghe e bastoni. Da una parte un gruppo di nord africani, dall’altra un gruppo di albanesi.
A cura di Enrico Tata
55 CONDIVISIONI
Immagine

Una mega rissa tra detenuti a colpi di spranghe e bastoni. Due fazioni opposte: da una parte un gruppo di albanesi, dall'altra alcuni nord africani. Una quarantina in tutto. Sarebbe avvenuto nella mattina di oggi, 7 maggio, all'interno della terza sezione del carcere romano di Regina Coeli. A denunciarlo è Gennarino De Fazio, segretario della UILPA Polizia Penitenziaria nazionale. Proprio nelle scorse ore, tra l'altro, la Relazione annuale del garante dei detenuti del Lazio fotografava il sovraffollamento delle carceri della regione, quarta per numero di detenuti al livello nazionale dopo Lombardia, Campania e Sicilia. Alla fine del 2018 il tasso del sovraffollamento era del 124 per cento contro un dato nazionale del 118 per cento. In totale nel Lazio ci sono 6.534 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 5.256 posti.

Secondo il segretario De Fazio, "ormai i disordini e i tumulti sono all'ordine del giorno nelle nostre carceri, che invece da fungere da luogo di redenzione, evidentemente, troppo spesso diventano un palestra del crimine per l'evidente e conclamata incapacità della politica e dell'Amministrazione penitenziaria di individuare un percorso che consenta di superare l'emergenza, perdurante da troppo tempo, e inverta la rotta nella direzione di carceri efficienti, salubri che ridiano dignità e senso alla pena e, non ultimo, siano rispettose dei requisiti minimi dei sicurezza per l'utenza e gli operatori". L'emergenza carceri, sostiene De Fazio, "non può essere affrontata come se si trattasse di una semplice e ordinaria criticità. Occorre reingegnerizzare i modelli organizzativi e i processi pure riconsiderando alla radice le modalità attuative della sorveglianza dinamica, potenziare e rimodulare gli organici della Polizia penitenziaria, investire sulle tecnologie e sulla strumentazione, puntare all'introduzione nel codice penale di uno specifico reato per chi commette violenze in stato di detenzione".

55 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views