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Roma, la chiesa dei funerali del boss Casamonica fu negata per le esequie di Welby

Esplodono le polemiche dopo gli sfarzosi funerali del boss Vittorio Casamonica, celebrati giovedì mattina nella chiesa Don Bosco di Roma: la stessa chiesa fu infatti negata per le esequie di Piergiorgio Welby, attivista e giornalista che nel 2006 scelse l’eutanasia.
A cura di Francesco Loiacono
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Esplodono le polemiche dopo lo sfarzo che ha accompagnato i funerali di Vittorio Casamonica, 65enne considerato a capo dell'omonimo clan criminale della Capitale le cui esequie sono state celebrate giovedì mattina nella chiesa di Don Bosco a Roma. Oltre alle critiche per gli eccessi che hanno fatto da cornice alla funzione, è emerso infatti un particolare: la stessa chiesa di Don Bosco, nel 2006, era infatti stata negata ai familiari di Piergiorgio Welby per la celebrazione dei funerali religiosi.

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Roma, la chiesa dei funerali del boss Casamonica negata per Welby

L'ultimo addio a Welby, che aveva scelto di morire con l'eutanasia, praticatagli dal medico Mario Riccio, si era svolto davanti alla chiesa, le cui porte erano però rimaste chiuse. Frutto della decisione del vicariato, che aveva ravvisato nella decisione di morire di Welby un motivo sufficiente per negare il consenso ai funerali religiosi, suscitando ulteriori polemiche su un caso – quello dell'attivista e giornalista affetto da distrofia muscolare – che all'epoca divise l'Italia, portando all'attenzione dell'opinione pubblica il tema della "dolce morte" e dell'accanimento terapeutico.

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La moglie di Piergiorgio, Mina, che all'epoca della morte del marito, nel dicembre 2006, rimase profondamente ferita da cattolica praticante dal rifiuto della chiesa alla celebrazione dei funerali religiosi, è intervenuta per sottolineare ancora il dispiacere della decisione di allora di Camillo Ruini, anche alla luce di quanto avvenuto con Casamonica: "Non so se fosse un boss o meno – ha detto al quotidiano La Repubblica – ma quanti boss sono stati condannati e hanno avuto un funerale in chiesa? Nessuno di noi ha il diritto di giudicare – ha proseguito Mina Welby – ma posso dire che la decisione del Vicariato di Roma di negare a mio marito il funerale religioso ce l'ho ancora in gola. Quel no di Camillo Ruini non l'ho mai digerito e non lo dimenticherò mai".

Il presidente del Pd Orfini: "Mai più"

Alza le mani il sacerdote che ha celebrato i funerali, affermando ai microfoni di Fanpage di non conoscere chi fosse il defunto e di non poter comunque intervenire per bloccare i funerali. Ma nel mondo politico lo sdegno è grande: "Mai più – ha twittato il presidente del Pd Matteo Orfini -. Roma non può essere sfregiata da chi la vorrebbe far diventare un set del Padrino".

"Roma, la capitale che respinge sdegnata ogni accusa di mafiosità, è diventata lo zerbino dei Casamonica, il bidet per il funerale del capoclan", ha scritto su Fanpage Giulio Cavalli, che ha esternato il proprio sdegno per scene che da altri commentatori sono state definite "peggio di Corleone", con riferimento ad alcuni sfarzosi funerali di capoclan oggi vietati.

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