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Roma, l’Autorità di bacino lancia l’allarme: “250mila cittadini a rischio alluvione”

Secondo l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale, circa 700 chilometri tra fossati e canali sulle rive del Tevere e dell’Aniene sono carenti di manutenzione: questo, con l’arrivo di forti piogge, metterebbo a rischio circa 250mila cittadini della Capitale, esposti al rischio di alluvioni.
A cura di Valerio Papadia
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Ci sono 250mila cittadini romani che, con l'avvento dei temporali attesi in autunno e in inverno, sono a serio rischio inondazione. Questo l'allarme lanciato dall'Autorità di bacino distrettuale dell'Appennino Centrale che, in una lettera alla sindaca di Roma Virginia Raggi, ha espresso la sua preoccupazione per lo stato in cui versano fossati e canali del Tevere e dell'Aniene. Sì, perché stando a quanto scritto da Erasmo D'Angelis, segetario generale dell'Autorità di bacino, la fonte di pericolo principale per 250mila persone che vivono a Roma e nella sua area metropolitana deriva da circa 700 chilometri di fossati e canali che versano in pessime condizioni di manutenzione e che, con la pioggia, potrebbero far esondare i corsi d'acqua.

Per questo, sempre stando alle parole di D'Angelis, la città deve rivedere il piano di Protezione Civile: "Dopo i recenti allagamenti in alcune aree della Capitale e dopo un'accurata verifica delle condizioni del reticolo idraulico nel territorio dell'area metropolitana emerge un gravissimo e pericoloso stato di rischio idraulico, per cui occorre inserire delle nuove aree a rischio idrogeologico perimetrate dall'Autorità di bacino".

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