Roma, inchiesta sulla morte del rapper Cranio Randagio: si cerca il fornitore della dose letale
L'inchiesta sulla morte del rapper romano Vittorio Bos Andrei, meglio conosciuto come Cranio Randagio, si arricchisce di un nuovo capitolo. Il giudice dell'udienza preliminare ha invitato la procura a disporre un nuovo approfondimento tossicologico, per capire chi sia stato l'effettivo fornitore delle sostanze stupefacenti nell'ambito delle indagini sulla morte del rapper, avvenuta il 12 novembre del 2016. Tre anni dopo la morte del ragazzo, che all'epoca dei fatti aveva 22 anni, tornano a far discutere le posizioni dei tre principali indagati, vale a dire Francesco Manente, Pierfrancesco Bonolis e Jaime Garcia De Vincentiis, tutti accusati di spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti. Quella sera loro erano insieme ad altri otto ragazzi e una ragazza, nel luogo in cui Cranio Randagio perse la vita: sono loro i primi a esser sospettati di aver venduto il tutto al rapper romano, con l'autopsia che in passato aveva rivelato la presenza delle sostanze sul suo corpo. Ketamina, Mdma, codeina, morfina e del crack, una miscela letale che avrebbe causato la morte del rapper, per una scomparsa che aveva gettato nello sconforto i suoi amici.
Per la morte di Cranio Randagio si attende l'esame tossicologico
L'inchiesta partita tre anni fa vede coinvolti Manente, Bonolis e De Vincentiis, che avrebbero agito insieme per organizzare il trasporto e la diffusione delle sostanze stupefacenti nella sera della festa letale. Ora la magistratura ha sollecitato la procura a effettuare un nuovo esame tossicologico, nel tentativo di risalire al momento esatto dell'assunzione di queste sostanze da parte di Cranio Randagio. L'esito del controllo sarà fondamentale per capire se il rapper avesse preso il tutto proprio la notte stessa o nelle giornate precedenti, dettagli che servono a dipanare una matassa già intricata e che diventeranno utili per raccogliere indizi su chi abbia somministrato la droga ad Andrei. Gli inquirenti studiano anche la posizione di possibili altri responsabili, nel tentativo di rintracciare i pusher che avrebbero potuto vendergli le sostanze nei giorni precedenti alla festa.