Roma, in migliaia al corteo dei migranti antirazzista per chiedere “diritti senza confini”
In migliaia hanno sfilato oggi per le strade di Roma per chiedere il rispetto dei diritti fondamentali dei migranti, ma anche di tutti gli "invisibili": lavoratori in nero, rom, persone senza casa, disoccupati. Il corteo, aperto da uno striscione con lo slogan "Diritti senza confini", è stato organizzato da un centinaio circa di associazioni, movimenti, partiti politici e sindacati di base: Cobas, Usb, Sinistra italiana-Possibile, il centro Baobab, i movimenti per il diritto all'abitare e i collettivi studenteschi. Un ruolo di primo piano lo hanno avuto i migranti: migliaia di persone, originarie prevalentemente del Senegal, Costa d'Avorio, Mali e Ghana, hanno percorso il tragitto da piazza dei Cinquecento (vicino alla stazione Termini) fino a piazza del Popolo.
Circa 25mila i partecipanti
Circa 25mila i partecipanti al corteo secondo gli organizzatori: è stata una manifestazione all'insegna di colori, musica (con melodie reggae e afro scandite dai camion) e nessun disordine. Alla vigilia c'erano timori per la possibile presenza di "infiltrati" che avrebbero potuto creare tensioni e scontri, ma non è stato fortunatamente così. Tra le richieste dei manifestanti "permesso di soggiorno, casa e reddito per tutti". Si sono visti e sentiti cartelli e cori pro Ius soli, mentre dal palco sono state mosse critiche sugli accordi firmati dal governo italiano con la Libia sullo stop alle migrazioni dall'Africa via mare e anche sulla vicenda dello sgombero dello stabile di via Curtatone, a Roma, occupato fino a quest'estate da un centinaio di richiedenti asilo. In piazza del Popolo ha preso la parola il portavoce del coordinamento del corteo "Diritti senza confini": "Questa piazza chiede libertà per coloro che sono invisibili per le politiche di austerità, per i regolamenti di Dublino sull'immigrazione". I "dannati della globalizzazione", come sono stati definiti molti di coloro che quest'oggi hanno sfilato per chiedere di veder rispettati i propri diritti di esseri umani.