Roma, il tribunale condanna un uomo per pedofilia: ma l’imputato è morto l’anno prima
Il tribunale di Roma ha condannato un uomo, un manager romano, per pedofilia. Peccato però che la condanna sia arrivata quando l'imputato era morto ormai da un anno. A riportare l'incredibile vicenda è Elisabetta Andreis sul "Corriere della sera". La vittima del pedofilo è una ragazzina milanese che all'epoca dei fatti, nel 2010, aveva appena 13 anni. L'orco, invece, di anni ne aveva 57: presentandosi sul web come un ventenne aveva adescato la giovanissima conquistando progressivamente la sua fiducia, fino a convincerla a spogliarsi e a inviargli foto hard. Tra i due era nata così una relazione virtuale durata quattro mesi, fino a quando la madre della ragazzina era riuscita a scoprire la vicenda e a denunciare il pedofilo.
A scoprire quanto accaduto è stato l'avvocato di parte civile
Fino qui, purtroppo, la vicenda è simile a quelle che vedono come vittime giovani ragazze che incappano nei pericoli presenti sul web. Ma è a partire dalla denuncia che la vicenda dell'allora ragazzina 13enne si discosta dalle altre. L'inchiesta sul pedofilo si svolge a Roma, città in cui l'uomo vive e, in virtù della presunzione d'innocenza, rimane a piede libero. Il processo dura molti anni, esattamente fino a marzo 2018. In quella data arriva la condanna di primo grado: sette anni di reclusione e un risarcimento di 30mila euro. In aula, però, l'imputato non si presenta: è irreperibile, ma ciò nonostante il suo avvocato d'ufficio presenta il ricorso. L'udienza avrebbe dovuto svolgersi tra alcuni giorni ma non si terrà: il motivo? L'imputato è in realtà morto il 14 novembre 2017. A fare l'incredibile scoperta è stata Sonia Gaiola, avvocato di parte civile. Il legale si era recata all'Anagrafe in attesa dell'udienza per chiedere un certificato di residenza dell'imputato: negli uffici però le hanno consegnato il certificato di morte dell'uomo. La vittima dell'orco ha così scoperto che non vedrà neanche un euro del risarcimento e che la persona che l'ha adescata non pagherà per quanto le ha fatto. Ma soprattutto ci si chiede perché nessuno si sia accorto del fatto che l'uomo fosse morto: una disattenzione che ha comportato il dispendio di soldi (pubblici) e tempo che avrebbe potuto essere dedicato ad altri casi.