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Roma, il potere dei Tredicine sul commercio: “Ho fatto già cacciare il vecchio assessore”

Quaranta persone sono finite sotto indagine nell’inchiesta sul racket delle licenze per gli ambulanti a Roma. In una intercettazione si sente Alfiero Tredicine che parla con un funzionario comunale riguardo l’applicazione di un master plan per la regolazione nel centro storico e minaccia dicendo di aver già fatto cacciare l’ex assessore che si era opposto alle sue direttive.
A cura di Nico Falco
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Il commercio ambulante romano era un affare, quasi privato, della famiglia Tredicine: pilotavano l'assegnazione dei posteggi, avevano creato un mercato parallelo delle autorizzazioni e arrivavano a minacciare di licenziamento un funzionario comunale dicendo di aver già fatto cacciare un assessore. Emerge dall'informativa della Finanza e del X gruppo della Municipale, agli atti dell'inchiesta sul racket delle licenze rivelata dal Messaggero. In mano agli inquirenti c'è una intercettazione ambientale risalente al 28 novembre 2018, registrata nell'ufficio di Alberto Bellucci, direttore dell'Ufficio Rotazioni dell'VIII dipartimento. Lui e Alfiero Tredicine, al di fuori degli orari di accesso alla struttura, parlano di un "master plan" per la regolazione del commercio ambulante nel centro storico di Roma. E non è quello che aveva proposto Tredicine. Se non verrà approvato un progetto a lui favorevole, dice, è pronto a riportare in piazza i camion bar, come già successe quando il sindaco era Marino, "je rimetto n'altra volta le bandiere e le trombe e non faccio lavorare nessuno". Bellucci replica che non è lui a decidere e a quel punto, riporta il Messaggero, Tredicine ribadisce le sue richieste: gli serve l'autorizzazione per 6 camion. E aggiunge: "Ve faccio neri, Meloni l'ho fatto caccia' l'altro anno, st'anno ve faccio caccia', compresi gli amministrativi". Il riferimento è ad Adriano Meloni, ex assessore al Commercio, che secondo lui sarebbe stato rimosso proprio perché si sarebbe opposto alle sue richieste.

Nell'inchiesta ci sono quaranta indagati, tra cui Dino e Mario Tredicine, sindacalisti, e i due pubblici ufficiali Belluzzi e Fabio Magozzi. Per tutti l'accusa è di associazione per delinquere finalizzata all'induzione illecita a dare o promettere utilità e falso, per avere pilotato in cambio di mazzette le assegnazioni dei posteggi per i camion degli ambulanti; secondo gli inquirenti il direttore dell'VIII dipartimento era il punto di collegamento tra i sindacati e il Comune di Roma. Nelle intercettazioni si parla di presunti illeciti riguardanti anche in altre zone di Roma. È il caso di Osvaldo Sambucini, ambulante e sindacalista, escluso dal piano di delocalizzazione dal centro alle strade periferiche del VIII Municipio: Dino Tredicine e Bellucci vengono intercettati mentre dicono che avrebbe pagato una tangente per non essere spostato. Versione che ritorna nelle parole di altri due ambulanti, anche loro intercettati, sorpresi per la concessione a Sambucini mentre gli altri vengono spostati da via Appia. "Qui è tornata la vecchia politica – dice uno di loro – stiamo ritornando a Tangentopoli".

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