Roma, gioielliere ucciso nel suo negozio dopo una rapina: è caccia al bandito
L’hanno trovato morto nella sua gioielleria dopo una rapina. Il cadavere dell’uomo, 70 anni, è stato ritrovato alle 17 e 30 nel suo negozio, la gioielleria Nocchia in via dei Gracchi 155, nel quartiere Prati. A trovare il suo corpo è stato il negoziante vicino, insospettito per l’assenza del gioielliere, la porta aperta, il locale in disordine e le vetrine svuotate. Quando è entrato l’ha trovato riverso a terra, ormai senza vita. Sul corpo dell’uomo sono state trovate alcune ferite ma nessun segno di arma da fuoco.
Secondo le prime ricostruzioni dei carabinieri, il rapinatore lo avrebbe aggredito e picchiato violentemente alla testa fino a ucciderlo. il gioielliere riporterebbe infatti una profonda ferita alla testa, provocata probabilmente da un corpo contundente. Sarà comunque l’autopsia a stabilire le cause esatte del decesso. Sul caso indagano i carabinieri del nucleo investigativo di via dei Selci e della compagnia San Pietro. I militari stanno visionando i filmati delle telecamere di sicurezza che potrebbero aver ripreso i rapinatori in azione. "Ci ha avvertito il figlio, è successo tra le quattro e le cinque. Lui aveva riaperto la gioielleria alle quattro e in quel momento stava da solo. Una brutta rapina, mio cognato non aveva problemi con nessuno. Una brutta rapina, figlia di questa crisi, davanti a cui le forze politiche non riescono a far niente. Dovrebbero inasprire le pene perché è impossibile morire così, è impensabile, è assurdo". Queste le parole del cognato della vittima riportate da AdnKronos.
La dinamica della rapina
Secondo gli investigatori sarebbe stato un solo uomo a rapinare e uccidere il gioielliere. L'uomo avrebbe suonato al campanello della gioielleria, mascherato con una parrucca, e avrebbe aggredito il titolare, Giancarlo Nocchia, con un'arma contundente. Avrebbe rubato molti gioielli e poi sarebbe fuggito. Nella fuga però avrebbe perso una scatola, forse contenente un gioiello, poi ritrovata dai carabinieri.
