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Roma, dopo più di un secolo chiude la storica bottega del plissé delle sorelle Antonini

Nel centro di Roma, chiude dopo più di un secolo, la storica bottega del plissé della famiglia Antonini: troppo caro l’affitto chiesto dal Demanio, pochi gli ordini dei clienti. Nonostante gli sforzi per trovare un’intesa alla fine Simona Belcastro si è arresa e ha abbassato la saracinesca: “Esco a testa alta”.
A cura di Roberta Benvenuto
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Chiude a Roma la bottega storica delle sorelle Antonini, le maestre del plissé. Troppo caro l'affitto chiesto dal Demanio, pochi gli ordini dei clienti. Eppure quella di via Quintino Sella, nel Rione Sallustiano di Roma, in pieno centro, è un laboratorio artigianale storico, con oltre 100 anni e 4 generazioni di "plissettatori" alle spalle. Tra le pieghettature più famose ci fu proprio quella della gonna di Marilyn Monroe: il celebre soleil svolazzante della scena del film "Quando la moglie è in vacanza".

“Non so perché l’attrice si è servita da noi, o ha sentito dire di noi, ma gli abbiamo fatto fare la pieghettatura”, spiega Simona Belcastro, figlia di Ornella Antonini, ultima erede della tecnica del plissé artigianale. Il metodo è stato tramandato da ben quattro generazioni di Antonini: il tessuto portato da cliente si stende a mano, piega per piega, su uno stampo di cartone con la forma della piega desiderata. Poi si chiude e si passa ad un forno apposito, anche questo antichissimo, che raggiunge la temperatura di cento gradi e permette alla stoffa di acquisire la piega. Si lascia freddare e il gioco è fatto. Una procedura sempre uguale e tramandata tra queste mura.

Le stesse che il Demanio ha ripreso in mano qualche giorno fa. Simona Belcastro, che qui ha mosso i primi passi da plissettatrice, dice ai microfoni di Fanpage.it di essere "arrabbiata e delusa". Si sono rivolti alle istituzioni, persino all’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ma per questo pezzo di storia della moda e dell'artigianato italiano e romano non c'è più posto, a quanto pare. "Chiudo a testa alta, questo lavoro mi piace e vorrei che continuasse per altri 100 anni", dice la signora Simona che il 28 gennaio ha riconsegnato le chiavi della bottega. “Sono impotente a questa mia decisione”, spiega mentre il negozio è ormai vuoto.

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