Roma, dopo le devastazioni dei tifosi del Feyenoord arrivano 500 soldati in città
Dopo le devastazioni dei tifosi olandesi del Feyenoord, arrivano 500 militari per presidiare obiettivi sensibili della città di Roma. Lo ha annunciato il sindaco di Roma, Ignazio Marino, al termine dell'incontro con il ministro dell'Interno, Angelino Alfano. "I 500 militari si aggiungono agli 800 già presenti in città – ha spiegato – e quindi arriveremo ad avere 1.300 militari: questo non significa che militarizzeremo la città ma che verranno liberati da compiti di sorveglianza gli agenti delle forze dell'ordine, che quindi potranno essere utilizzati sul territorio e soprattutto nelle periferie per aumentare il livello di sicurezza reale e percepita". Si tratta sostanzialmente di un piano già annunciato tempo fa dal Viminale e ora "ripescato" dopo le polemiche. Alfano ha annunciato un Comitato Provinciale per l'Ordine e la Sicurezza Pubblica da lui presieduto e a cui parteciperà il primo cittadino della Capitale. Obiettivo: definire un piano operativo per la sicurezza di Roma, articolato in tutti i settori che preoccupano in questo momento i cittadini. "Roma – spiega Alfano che stamane ha incontrato Marino – è una priorità nazionale sul tema della sicurezza e dell'ordine pubblico e per questo la sicurezza della Capitale sarà ulteriormente potenziata attraverso una legge che riguardi specificamente il tema del contrasto al degrado urbano e il diritto alla vita sicura nelle città italiane".
Marino contro il questore D'Angelo
Ministro e primo cittadino hanno spiegato che non si è parlato di "questioni dei singoli", sottintendendo che non si è parlato della posizione del questore Nicolò D'Angelo e del prefetto della Capitale Giuseppe Pecoraro, nel mirino per il piano sicurezza disposto in quelle drammatiche ore. Tuttavia Marino non rinuncia a una stoccata: "Ho ribadito al ministro che non posso ritenermi soddisfatto da affermazioni come quelle che sono state fatte: non può essere considerato un successo il fatto che non ci siano stati dei morti"; il riferimento è alle dichiarazioni del questore Nicolò d'Angelo («io non faccio i morti»). La sensazione è che lo scontro istituzionale continuerà a infiammare la discussione sulle responsabilità della brutta giornata per la Capitale e per lo sport.