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Roma, donne in emergenza abitativa incatenate in Campidoglio: “In atto una guerra contro i poveri”

Oggi diverse donne si sono incatenate al Campidoglio per denunciare la situazione di emergenza in cui vivono. Si tratta di persone in stato di fragilità e con problemi economici, che non riescono ad accedere serenamente alla casa popolare e che vivono nelle occupazioni di Roma in attesa che venga trovata una soluzione.
A cura di Natascia Grbic
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Oggi diversi abitanti delle case popolari provenienti da Tufello, Tor Bella Monaca, San Basilio e altri quartieri delle periferie hanno manifestato al Campidoglio per chiedere una soluzione all'emergenza abitativa in cui versano da diversi anni. Si tratta di situazioni al limite, che coinvolgono persone in grave stato di fragilità, cui il Comune non è riuscito ancora a dare una risposta. E per questo alcune donne, accompagnate dai sindacalisti di Asia Usb, hanno deciso di incatenarsi alle scale del Campidoglio. Si tratta di Giuseppina, Marina, Carla (nome di fantasia, N.d.R.), Marina, Monica, Anna Maria e Sara: sette donne che da anni vivono in una situazione estremamente precaria. Giuseppina ha ottant'anni, è invalida al 100% e vive attaccata a un respiratore: ha fatto anni fa domanda per la casa popolare ma gliel'hanno rigettata, dicendo che ha giù usufruito e quindi il documento è inammissibile. ‘In realtà lei non ha mai avuto un'abitazione intestata, quindi c'è chiaramente un errore', spiega a Fanpage.it Michele di Asia. Fare ricorso costerebbe alla donna molti soldi, che lei non ha. ‘Nell'incontro precedente che abbiamo fatto a marzo, l'assessora Castiglione ci ha detto che avrebbe risolto la situazione in pochi giorni. Siamo a giugno'.

Incatenate al Campidoglio per avere una casa popolare: le storie

C'è poi Marina che, dopo essere stata sfrattata, ha ricevuto il buono casa del Comune di Roma. Ha trovato una famiglia che le ha affittato un'abitazione: ma non sapeva che l'appartamento era stato messo sotto sequestro dalla banca che, dopo un po', ha pignorato la casa. ‘I soldi del buono casa sono andati ovviamente a fondo perduto, Marina è stata cacciata e il Comune di Roma le ha chiesto indietro 4mila euro – continua Michele – Ma è lei che è stata truffata. Senza contare che è disoccupata e ha quattro figli, di cui uno gravemente disabile". Marina è in lista per una casa popolare, ma ancora non ha ricevuto nessuna assegnazione. A Carla, invece, la casa era stata assegnata, ma a Tor Bella Monaca: secondo quanto raccontato dalla donna, prima lì viveva una famiglia di spacciatori della zona. È dovuta scappare via perché le hanno chiesto 30mila euro, minacciandola di morte. Ha perso la residenza, ed è tornata a vivere in occupazione. E non riesce a cambiare casa. C'è poi Monica, sgomberata dalla casa popolare di Trastevere nonostante il nonno – ossia il vecchio intestatario – avesse fatto domanda per l'ampliamento. E invece Monica è stata registrata come badante e dopo la morte del nonno, avvenuta nel 2008, ha dovuto abbandonare la casa in cui viveva dal 1992. Anche lei non gode di buona salute e soffre di una malattia rara e degenerativa. Sara, invece, non riesce a fare richiesta perché la madre era occupante e come tale risulta anche lei: ma quando vivevano in quell'appartamento, lei era solo una bambina.

Il Campidoglio: ‘Controlleremo le pratiche, ma responsabilità è della Regione'

Una delegazione ha chiesto un incontro all'assessora Rosalba Castiglione e alla sindaca Virginia Raggi. Hanno invece incontrato il vicecapo di Gabinetto della sindaca con delega alla sicurezza Marco Cardilli, che ha dato rassicurazione di occuparsi della situazione e controllare le pratiche che riguardano ognuna di loro. Poi, sarà organizzato un nuovo incontro per capire quali siano le strade percorribili. "Ho incontrato cittadini preoccupati che hanno rappresentato con grande dignità le loro difficoltà. Le emergenze vanno affrontate con decisione e tempestività ed è quello che faremo, ma per evitare che il problema casa si trasformi in allarme sicurezza non si può prescindere da una strategia comune di tutte le istituzioni", ha dichiarato. Sulla vicenda è intervenuta anche l'assessora Castiglione, scaricando le responsabilità sulla Regione Lazio. "Serve una sana sinergia istituzionale, se la Regione Lazio continua a non collaborare sul fronte delle case popolari condanna alla stasi i tanti cittadini a Roma che oggi si trovano in emergenza abitativa".

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