Roma, dal 2016 chiudono i residence: per l’emergenza abitativa le case popolari
Come annunciato ormai da mesi, il Campidoglio sembra davvero pronto a mettere la parola fine sul sistema dei residence per l'emergenza abitativa, considerati troppo costosi e a tutto vantaggio delle società private che mettevano a disposizione le strutture. Il nuovo sistema invece si chiamerà S.A.A.T., acronimo che sta per Servizio di accoglienza alloggiativa temporanea, che prenderà il via dal 1 gennaio del 2016 dopo che sarà bandita una gara europea per la gestione. Non più stabili privati ma 1020 alloggi di edilizia residenziale pubblica diffusi su tutto il territorio, predisposti ad ospitare chi si trova in una situazione di emergenza abitativa.
"Questo atto – ha dichiarato il primo cittadino Ignazio Marino – mette la parola ad fine un modo sbagliato di gestire l'emergenza abitativa, ridando dignità alle persone che per qualche motivo sono rimaste indietro e che non devono essere concentrate in lager di povertà". Un sistema che per il Marino garantirà quindi al contempo maggior tutela e inserimento sociale, facendo anche risparmiare l'amministrazione e i cittadini: "Con il sistema dei residence venivano spesi 40 milioni di euro l'anno per edifici fatiscenti, in zone periferiche e con una manutenzione deplorevole, con il nuovo sistema avremo un risparmio di 13 milioni di euro l'anno". A vigilare sui requisiti per accedere al sistema saranno la guardia di finanza e la polizia locale, in stretta collaborazione con l'amministrazione.