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Roma come la Terra dei Fuochi: contro i roghi tossici di rifiuti interverrà l’Esercito

Il governo è pronto a schierare l’esercito per contrastare i roghi tossici di rifiuti alla periferia della Capitale. Una misura simile a quella sperimentata in Campania per la cosiddetta Terra dei fuochi. La sindaca Virginia Raggi: “Finalmente il ministro Minniti ha accolto la nostra richiesta”. Favorevole anche il governatore del Lazio Zingaretti.
A cura di Francesco Loiacono
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Il governo è pronto a schierare l'esercito per contrastare i roghi tossici di rifiuti alla periferia della Capitale. Una misura simile a quella sperimentata in Campania per la cosiddetta "Terra dei fuochi", zona tra le province di Napoli e Caserta caratterizzata da frequenti incendi di rifiuti di vario tipo, nocivi per l'uomo. Lo ha confermato il ministro dell'Interno Marco Minniti in una lettera inviata al 30 ottobre al presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle periferie. Minniti ha parlato della possibilità di "ricorrere a modalità di intervento analoghe a quelle già sperimentate in Campania per l'affrontare la problematica della terra dei fuochi". I militari da impiegare dovrebbero essere quelli già impegnati nell'operazione "Strade sicure".

La sindaca Raggi: Finalmente il ministro ha accolto la nostra richiesta

Un'opzione accolta con favore dalla sindaca Virginia Raggi: "Finalmente, nell'ambito di un clima di collaborazione istituzionale, il ministro ha accolto la nostra richiesta per l'invio dell'esercito con una modalità simile a quella individuata per la ‘Terra dei fuochi' in modo da porre fine ai roghi tossici", ha detto la prima cittadina romana dalla Polonia, dove è impegnata in un simbolico viaggio istituzionale nei campi di concentramento nazisti dopo le provocazioni su Anna Frank dei tifosi laziali. La sindaca ha poi aggiunto all'Ansa: "Lo abbiamo sottolineato nella relazione già inviata giorni fa alla commissione d'inchiesta della Camera sulle periferie. Noi ci siamo impegnati da subito investendo risorse e intensificando i controlli con la sorveglianza da parte della polizia capitolina ma è evidente che servono risorse e strumenti straordinari. L'ho ribadito spesso nel corso dei tavoli inter-istituzionali e nei colloqui con la commissione: occorre bloccare il business e la catena malavitosa che c'è dietro i roghi tossici. Servono fondi per le telecamere di vigilanza ed è necessario sbloccare le assunzioni per la polizia. Sono fiduciosa che finalmente si passi ai fatti".

Per passare ai fatti servirà adesso la piena collaborazione tra Comune e Viminale. L'amministrazione Capitolina dovrebbe fornire una mappa con le zone dove si sono verificati più roghi tossici, per stilare le priorità d'intervento. Il Pd non ha mancato di sollevare qualche critica sull'operato della sindaca: "Dobbiamo ricordare all’avvocato-sindaco Raggi, come ha fatto recentemente il Prefetto, che è lei la prima responsabile delle problematiche ambientali e della salute pubblica, che è lei la prima attrice, e che è lei che deve mettere in campo tutti gli strumenti possibili per salvaguardare i suoi concittadini e che da queste responsabilità non si può scappare – ha detto il consigliere comunale dei Dem Orlando Corsetti – Dopo la decisione di Minniti la sindaca Raggi non ha più alibi per rimanere a braccia conserte".

Favorevole alla decisione di Minniti anche il governatore Zingaretti

Favorevole alla decisione vagliata dal governo anche il presidente dell Regione Lazio Nicola Zingaretti: "Non possiamo che accogliere con favore l'impegno del ministro Minniti il quale ha garantito la messa a disposizione dei militari impegnati nell'operazione ‘Strade sicure' per reprimere e contrastare la piaga dei roghi tossici nella Capitale – ha scritto in una nota il governatore – Si tratta di una risposta concreta e attenta alle richieste di migliaia di cittadini che vivono in una situazione di degrado e di emergenza ambientale da troppo tempo. La Regione Lazio continuerà a garantire tutto il proprio sostegno a qualsiasi iniziativa venga decisa dalla Prefettura e dal Comitato provinciale".

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