Roma, cocaina venduta nel taxi e clienti ‘finti’ passeggeri: lo spaccio ai tempi della pandemia

Non potendo spacciare normalmente viste le restrizioni in corso a Roma e nel resto d'Italia, un tassista ha deciso di provare a vendere cocaina a bordo del proprio taxi, pensando forse di passare inosservato. E invece è stato proprio il suo comportamento a bordo dell'auto che ha attirato l'attenzione dei carabinieri, che hanno quindi deciso di controllarlo in maniera più approfondita. Il 39enne era fermo a bordo del taxi in via Romano Guerra. La vettura era in sosta a bordo della carreggiata, e fin qui nulla di strano. Dopo poco però, i carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma San Pietro hanno visto una persona avvicinarsi all'auto e salire in macchina sul sedile del passeggero. Un atteggiamento molto sospettoso: in genere chi sale sui taxi si siede dietro, mai davanti. A maggior ragione in questo periodo, dove per l'emergenza coronavirus bisogna rispettare le distanze interpersonali di un metro per sicurezza.
Il sospetto è diventato ancora più forte quando il ragazzo è sceso appena qualche minuto dopo essere salito in macchina. Dopodiché si è allontanato, e il tassista è rimasto fermo. Un comportamento decisamente anomalo, non in linea con il lavoro dell'uomo. I carabinieri si sono quindi avvicinati e hanno fermato sia il ragazzo che si stava allontanando, sia il tassista. Dopo una rapida verifica è stato accertato che l'uomo aveva dato 4 dosi di cocaina al cliente, pagate 200 euro. La perquisizione è continuata a casa dell'uomo, dove sono stati trovati altri 65 involucri, tutti contenenti cocaina, più 29mila euro in contanti. Una somma molto alta, considerata il ricavo dell'attività di spaccio. Entrambi, sia il tassista sia il cliente sono stati arrestati: l'accusa è per tutti e due di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. Ed è scattata anche la denuncia per aver violato le prescrizioni del governo in materia di emergenza sanitaria.