Roma, cassonetti dei rifiuti in fiamme nella notte di Santo Stefano: in due anni più di 590 incendi
Più di una dozzina di cassonetti dati alle fiamme nella notte tra il 25 e il 26 dicembre hanno tenuto impegnati i vigili del fuoco di Roma costretti a interventi di emergenza in diverse parti della città, in particolare a Prati, al Prenestino e nelle zone di Capannelle e Palmiro Togliatti. Cassonetti pieni, stracolmi, ancor di più dopo i cenoni di vigilia e Natale i cui rifiuti sono stati bruciati in quello che sembra un proposito che tende a ripetersi spesso durante i giorni di festa. Mentre c'è chi ipotizza che alla base di questi incendi possano esserci anche gli stessi cittadini romani ormai stanchi di vedere i rifiuti sparsi sui marciapiedi, secondo quanto ipotizzato invece da carabinieri e polizia invece potrebbe esserci un'unica mano dietro gli incendi di Santo Stefano che hanno arrecato danni logistici ed economici, come sottolineato da Daniele Diaco, portavoce all'Assemblea Capitolina e presidente Commissione IV Ambiente.
A Roma in due anni incendiati 590 cassonetti
"Si tratta di atti criminali commessi proprio mentre si sta svolgendo un enorme lavoro per garantire una città pulita e decorosa – ha spiegato Diaco – in particolare in questi giorni di festa in cui la produzione di rifiuti aumenta e la capacità di trattamento degli impianti pubblici è dimezzata dopo il grave incendio che ha colpito il TMB Salario". Stando a quanto riportato dallo stesso Diaco dal 2008 al 2016, a Roma sarebbero stati incendiati circa 640 cassonetti, mentre negli ultimi due anni i cassonetti andati a fuoco sarebbero stati 590, ben 295 all’anno, oltre agli incendi di due due isole ecologiche e quello dello scorso 11 dicembre dell’impianto pubblico di trattamento Ama di via Salaria.