Roma, cade dalla bicicletta e si rompe il femore: gamba amputata, medici rinviati a giudizio

Un uomo di 49 anni è caduto dalla bicicletta rompendosi il femore. Un danno molto grave, che ha necessitato ovviamente di un intervento in sala operatoria. Ma lui di certo non si immaginava che questa brutta disavventura gli costasse l'amputazione della gamba. Tutto è cominciato quando l'uomo si è recato al Sant'Eugenio dopo essere cascato dalla bicicletta: visto che aveva il femore rotto, i medici lo hanno operato per inserirgli una protesi. Come riporta Il Messaggero l'intervento, purtroppo, ha scatenato un'embolia, che ha mandato la gamba in cancrena in pochi giorni. A nulla sono serviti i tentativi di rivascolarizzazione dei medici dell'ospedale. E così al 49enne hanno dovuto amputare la gamba. Secondo la Procura di Roma però, non si tratterebbe di una fatalità: l'embolia, se i medici avessero eseguito i dovuti controlli, si sarebbe potuta evitare. E così ben nove dottori sono stati rinviati a giudizio con l'accusa di lesioni aggravate.
Cade dalla bici e gli amputano la gamba a causa di una cancrena
Il 49enne caduto dalla bicicletta si è reso conto che qualcosa non andava poco dopo l'intervento. La gamba gli faceva costantemente male ed era gonfia e livida. E così i medici hanno scoperto che era in corso una cancrena gassosa causata da una complicanza trombo embolica che non era stata diagnosticata tempestivamente. I chirurghi hanno provato a intervenire nuovamente ma non c'è stato nulla da fare ed è stato necessario amputare la gamba all'uomo. Secondo il pubblico ministero Maria Gabriella Fazi, il fatto che si sia fatta una visita specialistica dopo una settimana dalla denuncia dei problemi lamentati dall'uomo ha fatto sì che fosse impossibile intervenire per salvare la gamba. La prima perizia disposta dal pubblico ministero aveva escluso che i medici fossero responsabili dell'amputazione. I familiari del 49enne, però, si sono opposti all'archiviazione del caso e hanno chiesto che fosse disposta un'ulteriore perizia. E la seconda ha evidenziato che se si fosse intervenuti sei giorni prima, la gamba dell'uomo si sarebbe potuta salvare.