Roma, Atac sull’orlo del fallimento: servono nuovi capitali per 200 milioni
L'Atac, azienda di trasporto pubblico di Roma, sarebbe sull'orlo del fallimento. A rivelarlo un articolo del Corriere della sera che spiega come le voci sul possibile default dell'azienda, al 100 per cento di proprietà del Campidoglio, siano state confermate dall'ultimo consiglio d'amministrazione dell'azienda, che si è svolto lo scorso lunedì ed è stato riaggiornato a venerdì per l'approvazione della situazione patrimoniale al 30 giugno. A quel punto i conti saranno sotto gli occhi di tutti, e quanto denunciato da un'interrogazione parlamentare presentata da due deputati Ncd (perdite di 141 milioni nel 2014 e perdite stimate di 60 milioni per il primo semestre 2015) potrà essere verificato.
Roma, l'Atac sull'orlo del fallimento
Così, mentre la situazione interna dell'azienda sembra essersi tranquillizzata dopo il recente accordo tra sindacati e vertici della società, adesso i problemi potrebbero essere ben altri. Il calo della produzione, gli scarsi introiti dai biglietti e anche problemi nelle diverse gestioni che si sono succedute nel corso degli anni – per la cosiddetta Parentopoli, la Corte dei conti ha da poco imposto agli ex vertici il risarcimento di 10 milioni di euro – potrebbero far finire i libri contabili in tribunale.
L'alternativa è che il presidente del Cda Atac convochi subito un'assemblea per la ricapitalizzazione della società. Servono capitali freschi, per un totale di circa 200 milioni di euro. A versarli dovrebbe essere il socio unico, ossia il Comune di Roma, anche se per autorizzare l'operazione serve un intervento governativo. I tempi stringono, perché anche per un decreto governativo servono almeno 90 giorni. Il destino dell'azienda e dei lavoratori – quasi 11.700 i dipendenti al 31 dicembre 2013, ultimo bilancio disponibile – sembra appeso a un filo.