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Roma, assolta Marina Addito accusata di aver tentato di avvelenare la figlia di 3 anni

Il Tribunale di Napoli ha assolto Marina Addito dall’accusa di aver tentato di uccidere la figlia di tre anni somministrandole droga e sonniferi nel biberon per attirare l’attenzione del marito e salvare il loro matrimonio. Il prossimo 20 settembre si discuterà sull’accusa nei confronti della donna di tentato omicidio nei confronti degli altri due figli.
A cura di Alessia Rabbai
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Marina Addito, assolta dall'accusa di aver tentato di avvelenare la figlia di tre anni somministrandole droga nel biberon
Marina Addito, assolta dall'accusa di aver tentato di avvelenare la figlia di tre anni somministrandole droga nel biberon

Assolta Marina Addito, la mamma di 31 anni accusata di tentato omicidio per aver aver cercato di avvelenare la figlia di tre anni, somministrandole droga e sedativi nel biberon. Come riporta Il Corriere della Sera, ieri è arrivata la sentenza del Tribunale di Napoli, che l'ha scagionata "perché il fatto non sussiste". La decisione dei giudici è arrivata a seguito della consulenza del legale difensore Domenico Pennacchia, che ha dimostrato che i livelli di benzodiazepine, utilizzati per il trattamento di diverse patologie, rilevati nel corpicino della bimba, provengono dai farmaci dell’ospedale napoletano. Il prossimo 20 settembre si tornerà in aula per discutere invece dell'accusa nei confronti della donna del tentato omicidio del secondo dei tre figli avuti con il marito. Nel frattempo si attendono le motivazioni della sentenza. Nei suoi confronti la procura aveva chiesto una pena di 12 anni di carcere.

Marina Addito era stata arrestata per con l'accusa di aver tentato di avvelenare la figlia

I fatti sono venuti alla luce nel gennaio del 2017, quando Marina Addito, nata a Manaus in Brasile ma residente da tempo a Napoli, è stata arrestata ed è finita in carcere, perdendo la potestà genitoriale. Allora era emerso il sospetto che avesse provato due volte ad uccidere sua figlia di tre anni con la benzodiazepine, il 4 e il 19 dicembre del 2016 nel tentativo di attirare le attenzioni del marito e salvare il loro matrimonio. A segnalare i dubbi alla procura sono stati i medici dell'ospedale pediatrico Bambin Gesù, dove la piccola era stata trasferita a seguito di alcune complicazioni. Inoltre nei suoi confronti era emerso il sospetto che avesse tentato di avvelenare anche l'altra figlia, ricoverata nel gennaio 2016 in uno ‘stato soporoso' al Santo Bono di Napoli per due volte in pochi giorni.

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