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Roma, asportato grosso tumore al fegato a 91enne: “Pochissimi i casi di interventi a quest’età”

A 91 anni e mezzo ha subito un intervento per l’asportazione di una massa tumorale di 9×7 centimetri di dimensioni, un’operazione durata oltre tre ore ma riuscita al 100 per 100 e le condizioni del paziente sono apparse fin da subito ottime. Già il giorno dopo l’intervento il signor Guido Portieri si è alzato e ha ripreso a mangiare.
A cura di Enrico Tata
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Asportato grosso tumore a un paziente di 91 anni a Roma
Asportato grosso tumore a un paziente di 91 anni a Roma

A 91 anni e mezzo ha subito un intervento per l'asportazione di una massa tumorale di 9×7 centimetri di dimensioni, un'operazione durata oltre tre ore ma riuscita al 100 per 100 e le condizioni del paziente sono apparse fin da subito ottime. Già il giorno dopo l’intervento il signor Guido Portieri si è alzato e ha ripreso a mangiare, mentre il ricovero è durato complessivamente meno di una settimana. "Non erano presenti alternative terapeutiche per questo caso, in quanto le terapie percutanee e quelle endoarteriose, anche se disponibili nel nostro Istituto, non avrebbero garantito risultati terapeutici ottenuti. L’intervento è durato 3 ore e le condizioni del paziente sono apparse subito ottime. In letteratura sono riportati casi sporadici di interventi a questa età ma, visto l’allungamento della vita media, dovremo presto ampliare le casistiche di studio che in genere si fermano a 80 anni", ha spiegato Gian Luca Grazi, direttore di chirurgia epatobiliopancreatica dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena.

"Sto benissimo e vorrei continuare a coltivare l'orto"

Il signor Guido, abruzzese, ha scelto di farsi operare dal dottor Grazi, "indicatomi da molti come luminare", dopo aver ricevuto lo scorso luglio la diagnosi di un tumore maligno al fegato. "Mia madre è vissuta 111 anni, il fratello 107 e via a scendere in famiglia ma sempre intorno ai 100. Fino a luglio guidavo per andare ogni settimana al mio paese. Sto benissimo, leggo molto e nel quartiere mi conoscono tutti, al bar mi chiamano nonno. Non mi piacciono i saccenti così quando non mi va di discutere faccio finta che sono più sordo di quanto lo sia in realtà. Vorrei continuare a coltivare l’orto se i figli me lo permetteranno", ha raccontato il signor Guido.

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