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Roma, arrestato funzionario del Ministero della Salute: ha rubato 1,4 milioni per le slot machine

Questa mattina è stato arrestato un funzionario del Ministero della Salute: avrebbe sottratto 1,4 milioni di euro allo Stato per giocare alle slot machine. L’uomo era incaricato dei rimborsi alle aziende che prestavano servizio al ministero: ma falsificava le fatture e metteva il suo Iban per prendere i soldi.
A cura di Natascia Grbic
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Questa mattina la Guardia di Finanza ha arrestato un funzionario del Ministero della Salute accusato di aver sottratto allo Stato circa 1,4 milioni di euro. L'uomo, V. Z. di 64 anni, lavorava nel settore che si occupa dell'organizzazione e del bilancio ed era quindi molto facile per lui falsificare i documenti e prendere il denaro. V. Z. era l'incaricato dei rimborsi delle società che avevano prestato i propri servizi al ministero della Salute. Tuttavia, invece di inserire le coordinate bancarie giuste nelle fatture, le falsificava e inseriva il proprio IBAN invece di quello del beneficiario. E dato che era lui a curare in prima persona la pratica amministrativa, a seguire l'iter e a interloquire con gli uffici ministeriali, sapeva bene come muoversi per raggirarli e prendere i soldi. A volte, poi, inventava di sana pianta giustificativi di spesa che non erano mai esisti relativi a missioni mai effettuate, ottenendo così dei rimborsi.

Operazione "Gioco Pubblico"

L'operazione della Guardia di Finanza è stata chiamata "Gioco Pubblico": i soldi ottenuti illegalmente truffando il ministero della Salute, infatti, il funzionario li spendeva quasi tutti al gioco d'azzardo. Durante le indagini i militari hanno visto che gran parte delle entrate di V. Z. era destinata a diverse sale video-lottery di Roma. Altri soldi, invece, erano stati versati sui conti correnti dei familiari. Le indagini sono iniziate in seguito ad approfondimenti antiriciclaggio relativi ad alcune transazioni finanziarie anonime: ed è così che la Guardia di Finanza è riuscita a scoprire la truffa milionaria. V. Z. è stato quindi arrestato con l'accusa di peculato e autoriciclaggio e tradotto in carcere: gli sono stati sequestrati anche beni, conti correnti e immobili dell'indagato per un importo complessivo di 200mila euro.

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