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Roma, animali esotici sequestrati in un circolo ippico: tra loro puzzole, suricati ed emù

A Roma i NAS hanno sequestrato dodici animali esotici – tra cui due cani della prateria e un emù – in un circolo ippico sportivo perché sprovvisti dell’autorizzazione sanitaria necessaria. Il valore totale delle creature si aggira sui 3500 euro: sono state messe tutte sotto sequestro amministrativo.
A cura di Natascia Grbic
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Due puzzole, un suricato, tre degu del Cile (una particolare specie di roditori), due cani della prateria, un visone, due scoiattoli e persino un emù. No, non sono le attrazioni di una riserva naturale australiana, ma i dodici animali esotici tenuti illegalmente all'interno di un circolo ippico sportivo dilettantistico a Roma. Nessuno di loro, infatti, era provvisto dell'autorizzazione rilasciata dall'Autorità Sanitaria: e per questo i NAS di Roma, in un controllo volto a reprimere il commercio illecito e il maltrattamento degli animali esotici, hanno provveduto al sequestro di tutti e dodici gli esemplari, mettendoli in sicurezza. Il valore di mercato degli animali è stato stimato intorno ai 3.500 euro: sono stati tutti posti sotto sequestro amministrativo.

Il commercio illegale di animali esotici in Italia

Secondo quanto riportato dall'Organizzazione Internazionale Protezione Animali (Oipa), il commercio illegale degli animali esotici rappresenta un problema enorme in Italia non solo per la salute e il benessere di queste creature, ma anche perché molto spesso la tratta riguarda specie in via d'estinzione. Che vengono strappate dal loro ambiente naturale da commercianti senza scrupoli e poi venduti per essere messi in gabbia. Prima però, questi animali devono affrontare il viaggio, che spesso avviene in condizioni disastrose e tragiche, dato che sono costretti a stare per giorni senza cibo né acqua. Tanto che solo una piccola percentuale – di solito compresa tra il 10% e il 50% – arriva a destinazione. Non solo: non è nemmeno detto che sopravvivano una volta arrivati in Italia dato che le condizioni climatiche sono avverse per loro e spesso non compatibili con la loro vita. Anche l'alimentazione è un problema: molti di loro, infatti, muoiono d'inedia poco dopo la fine del viaggio.

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