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Roma, ancora non si sa nulla sui tavoli all’aperto dei ristoranti. E il centro rischia l’invasione

Mancano due giorni alla riapertura di bar e ristoranti prevista per lunedì 18 maggio, ma Roma è ancora totalmente impreparata soprattutto per quanto riguarda la concessione di maggiori spazi su suolo pubblico per tavolini all’aperto.
A cura di Enrico Tata
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Tavolini a piazza Navona
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Mancano due giorni alla riapertura di bar e ristoranti prevista per lunedì 18 maggio, ma Roma è ancora totalmente impreparata soprattutto per quanto riguarda la concessione di maggiori spazi su suolo pubblico per tavolini all'aperto. Dalla Commissione Commercio arriverà una proposta di delibera e, in questo senso, 5 Stelle e opposizioni stanno cercando di trovare una sintesi condivisa da sottoporre al più presto all'amministrazione capitolina. Ma sarà pronta e applicabile per questa settimana? Probabilmente i ristoranti riapriranno lunedì con gli stessi spazi che avevano a disposizione già prima dell'emergenza.

Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, sta invitando i sindaci a fare in fretta: "Sto dicendo a tutti i sindaci del Lazio, domani parità una lettera, ‘correte sulle occupazioni di suolo pubblico', perché dobbiamo avere 3/4 mesi in cui gli esercizi commerciali di consumo trovino in tempi rapidi e semplici burocraticamente una fase straordinaria di collocazione fuori dai locali (dei tavoli, ndr), proprio per evitare il fallimento dei locali stessi. Un allentamento delle concessioni anche in alcuni casi sacrificando, nelle medie città, i parcheggi davanti agli esercizi commerciali per destinarli in sicurezza alle possibilità di consumazione".

Il centro storico invaso dai tavolini dei ristoranti?

I dubbi sono soprattutto in merito alle modalità di concessione delle autorizzazioni e sul rispetto dei monumenti e delle piazze storiche di Roma. L'obiettivo della proposta del presidente della commissione Commercio, Andrea Coia, Movimento 5 Stelle, è concedere più spazi all'esterno a disposizione per i tavolini di bar e ristoranti e in generale per tutti i negozi. Gli unici paletti sono il rispetto del codice della strada e la tutela dei beni culturali (mantenere la distanza di almeno cinque metri dai monumenti): "Prevediamo che gli uffici lavoreranno al minimo, prendendo in considerazione solo la distanza dai monumenti e il rispetto del codice della strada. Non si può chiedere alla Soprintendenza il parere per ogni cosa. Credo che alcuni non hanno compreso la situazione in cui stiamo andando incontro. Dobbiamo salvare attività produttive e posti di lavoro, principi costituzionali che diventano primari rispetto ad altri".

Il rischio, però, è che le strade e i marciapiedi di Roma, soprattutto del centro storico, vengano riempite di tavolini. "La mia proposta – ha spiegato Coia – non prevede un limite dell'occupazione di suolo pubblico a priori, ma dipenderebbe dalla distanza dai monumenti principali o siti di interesse. In alcuni luoghi potrebbe essere ampliabile del 100% come in altri dello 0%. Imporre limiti potrebbe non essere utile, soprattutto per le zone al di fuori del centro storico".

"Ho molti dubbi, soprattutto per il lavoro che si troveranno a svolgere i Municipi, visto che dovranno rilasciare le osp.
Ci sarebbe una sorta di autocertificazione, e la possibilità di occupare il suolo pubblico. Successivamente ci sarebbe una fase di 20 giorni nei quali gli uffici dovrebbero visionare la proposta, richiedere ulteriori documenti e chiudere il procedimento. Credo che voi siate tutti consapevoli che questo è impossibile. Creerà il caso negli uffici, che si troveranno ingolfati da un lavoro che non potranno fare", ha commentato l'assessore al Commercio Municipio I, Tatiana Campioni.

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