Roma, allenatore giovanile arrestato per abusi sessuali sui minori

Prostituzione minorile e atti sessuali contro minorenni: sono le accuse mosse a un allenatore di calcio di Roma arrestato dagli agenti della Squadra Mobile in seguito a un'indagine avviata nel mese di febbraio, quando gli investigatori ricevettero una denuncia per un tentativo di approccio sessuale attuato all'interno di uno spogliatoio di un'associazione sportiva romana da A.A., allenatore delle "giovanili". Gli uomini della IV Sezione della Mobile, specializzata in reati sessuali contro le donne, i minori e le fasce vulnerabili, hanno monitorato i movimenti dell'uomo, osservandone attentamente le abitudini e i luoghi frequentati. Dopo mesi di pedinamenti è emerso che l'attenzione dell'allenatore era rivolta in particolare ai giovani di età compresa tra i 13 e i 15 anni, aggirati con vantaggi economici e materiali e atteggiamenti benevoli. Gli investigatori hanno dovuto operare coniugando la massima cura alla celerità, allo scopo ovviamente di tutelare e salvaguardare l'incolumità dei ragazzi.

Gli agenti hanno scoperto che la tecnica messa in atto dall'allenatore era sempre la stessa: approfittando della sua posizione nella società sportiva mostrava atteggiamenti premurosi e molto generosi nei confronti delle sue vittime. I ragazzi erano portati a fidarsi e "abbassavano" le difese, finché non venivano coinvolti in attività sessuali esplicite. L'indagine è stata molto accurata perché ha puntato a rivelare la reale entità degli abusi, scoprendo che non si trattava di comportamenti rari bensì frequenti. Gli inquirenti hanno affermato che l'uomo è " un soggetto pericoloso socialmente, che reitera le proprie azioni, senza mai desistere dai propri comportamenti, ormai divenuti abituali e non manifesta alcun ravvedimento né pentimento, essendo incurante delle proprie condotte antigiuridiche".