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Roma, accusati di essere infedeli tornano in libertà 4 poliziotti per scadenza dei termini

Sono tornati in libertà per decorrenza dei termini quattro dei sei agenti arrestati a giugno scorso insieme a una funzionaria della procura della Repubblica finiti in un’inchiesta che ha portato alla luce una rete di corruzione all’interno della Polizia di Stato. Secondo gli investigatori offrivano protezione alla camorra.
A cura di Alessia Rabbai
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Quattro dei sei agenti di Polizia arrestati lo scorso 26 giugno a Roma sono tornati in libertà per decorrenza dei termini. I poliziotti sono al centro di un'inchiesta insieme a una funzionaria della Procura della Repubblica e ad altri due agenti. Secondo i militari e gli agenti della Squadra Mobile offrivano protezione fisica e informazioni a Carlo D'Aguano, titolare di bar e sale slot vicino alla camorra in cambio di soldi. I poliziotti sono finiti in manette a seguito di una vasta e delicata operazione del Nucleo investigativo dei carabinieri e degli agenti della Squadra Mobile, coordinata dalla Procura della Repubblica che ha portato alla luce una vera e propria rete di corruzione all'interno della Polizia di Stato. Gli arrestati sono accusati a vario titolo di corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, corruzione nell'esercizio della funzione, accesso abusivo al sistema informatico e rivelazione di segreti di ufficio.

Sei agenti arrestati da carabinieri e Polizia

I fatti risalgono allo scorso giugno, quando, dopo una lunga indagine dei magistrati e dei militari dell'Arma, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma ha emesso nove ordinanze di custodia cautelare: nei confronti di sei agenti della Polizia di Stato sono state firmate ordinanze di custodia cautelare in carcere, mentre per un settimo agente è scattata una misura interdittiva. Ordinanze di custodia cautelare in carcere anche per il dipendente della Procura di Roma e per il pregiudicato. Il provvedimento è stato preso non solo per gravità dei reati contestati, ma anche per il pericolo di inquinamento delle prove vista la posizione degli arrestati.

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