Rivoluzione Atac, turni più lunghi di due ore e stop ai bonus
Una vera e propria rivoluzione quella messa in campo dall'Atac che riguarderà i trasporti romani. Venerdì scorso, dopo l'ennesimo sciopero che ha colpito l'azienda, i dirigenti hanno firmato un documento che potrebbe cambiare di molto le condizioni di lavoro nel servizio pubblico di trasporti della Capitale. Nel documento approvato nella serata di venerdì tra i cambiamenti si registrano: l'aumento dell'orario settimanale – ad esclusione dei conducenti – che è portato da 37 a 39 ore; la dotazione per i dipendenti di un nuovo badge per contrastare il fenomeno dell'assenteismo; l'azzeramento dei salari accessori per tutti gli oltre 11mila dipendenti dell'azienda del Comune di Roma. Tutti le voci che finivano in busta paga come bonus per i dipendenti ora saranno legati alla produttività del personale.
Finisce dunque l'era della distribuzione "a pioggia" dei benefit per gli autoferrotranvieri del servizio pubblico romano e si apre, almeno nelle intenzioni dei dirigenti dell'Atac, l'era del merito e della retribuzione legata alla certezza del lavoro svolto. Per gli autisti ed i macchinisti, esclusi dall'aumento dell'orario di lavoro, non mancano però le novità. L'azienda ha chiesto di aumentare le ore effettive di guida svolte in un anno, anche alla luce delle 736 ore a lavoratore calcolate nel 2014, troppo basse rispetto ai dati dei colleghi di Napoli e Milano. L'Atac vuole almeno 950 ore di guida effettive per gli autisti dei bus ed i macchinisti di tram e metro, che sono all'incirca 5.500 dipendenti. Il maggior numero di ore di effettivo lavoro sarà conteggiato a parità di salario, proprio nell'ottica della fine dei "bonus" voluta dall'azienda. Un provvedimento che i buona sostanza ha portato all'azzeramento degli accordi sindacali interni all'azienda degli ultimi 50 anni.